La mia speranza però era che mentre i nostri sguardi si fissarono per quei pochi secondi, lei avesse potuto leggere la mia espressione, esattamente come era successo a me. Poi quel breve momento svanì, e lei fu di nuovo lontana. Naturalmente non lo saprò mai con assoluta certezza, ma penso che avesse capito.
“Non lasciarmi”, il cui titolo originale è “Never let me go” è un libro che mi è stato regalato da una mia carissima amica, una di quelle amiche speciali, con cui condivido anche l’amore per la lettura, non solo i problemi di cuore o le feste, in un weekend meraviglioso che ho trascorso a casa sua. Quindi ha un peso affettivo molto grande, ci ho messo una vita a leggerlo, presa da altro, ma sono felicissima di averlo fatto, perché è un libro straordinario, angosciante, permeato da un velo di malinconia costante e atroce e da un senso di impotenza schiacciante.
Kathy, Ruth e Tommy sono cresciuti in un collegio immerso nella campagna della provincia inglese. Sono stati educati amorevolmente, protetti dal mondo esterno e convinti di essere speciali. Ma qual è, di fatto, il motivo per cui sono lì? E cosa li aspetta oltre il muro del collegio? Solo molti anni più tardi, Kathy, ora una donna di trentun anni, si permette di cedere agli appelli della memoria. Quello che segue è la perturbante storia di come Kathy, Ruth e Tommy si avvicinino a poco a poco alla verità della loro infanzia apparentemente felice, e al futuro cui sono destinati.
Avevo parlato di questo libro nel primissimo “I Still Haven’t Read” e sono riuscita a completare il cerchio. Si tratta di un libro portato in Italia da Einaudi e che mi ha colpito fin da subito per distinguersi da qualsiasi altro libro che abbia mai letto. Effettivamente non si ha nessuna idea né di quello che succede, né di quello che effettivamente parla il libro, o meglio, non si percepisce chiaramente il tessuto distopico in cui i personaggi si muovono, ma si ha sempre un certo senso di insicurezza, e di incertezza e alcune domande non troveranno risposta se non molto più tardi. È Kathy che racconta in prima persona la sua storia, è lei che non lascia indietro nessun particolare e che dipinge la storia della sua vita da quando è una ragazzina f/ino a quando ha ventotto anni. Ma per raccontare la sua storia deve raccontare anche quella di Ruth e Tommy. Tre amici, legati indissolubilmente fino alla fine, main un rapporto così ricco di sfumature che non è facile venirne a capo. Ad ogni pagina, infatti, Kathy ci mostra una nuova sfaccettatura, un nuovo particolare che si somma e sconvolge, rispetto a quello che era accaduto in precedenza.
Kathy è una ragazza matura e responsabile, fin da ragazzina, che ha voluto essere sempre come gli altri, unificarsi e far parte di un gruppo i cui legami trascendessero il tempo. Per questo si è avvicinata a Ruth, per questo si è sempre inspirata a lei fin da quando vivono ad Hailsham, il collegio immerso nella campagna inglese, che ha fatto loro da casa, anche dopo, da adolescenti, ai Cottages e fin nell’età adulta, quando è un’assistente famosa e apprezzata. Kathy non si rende conto fino in fondo del potere manipolativo di Ruth, una ragazza che vuole aggrapparsi con tutte le forze alle idee e ai sogni che la spingono avanti, fino al punto che è capace di scagliare contro chi ama le cattiverie più indelebili, anche se apparentemente innocue. Le dinamiche del duo cambiano drasticamente quando Tommy viene ad assumere per loro un ruolo determinante, un ruolo che da “il ragazzino che da in escandescenze” diventa un amico e poi il ragazzo di Ruth. Tommy è un ragazzo dallo scarso senso artistico, che ama il calcio, pratico, solido e intelligente, fedele, con un grande cuore. Sempre, in ogni momento si ha un forte senso di sconfitta, i protagonisti sanno a cosa andranno in contro, ma non come ci andranno, hanno qualcosa di speciale in loro, un ruolo, ma poi tendono a perdersi nei ricordi, soprattutto rimangono ancorati, in modo viscerale, a Hailsham che per tutti loro resta una sorta di isola felice, un paradiso, un posto ricco di ricordi sereni e indissolubili che restano per sempre in loro, anche ad anni di distanza. Per il resto dei donatori “quelli di Hailsham” sono un gruppo a parte, privilegiato, con molte facilitazioni e con contatti che potrebbero usare poi. E’ un libro amaro, pieno di disillusioni e di pericoli, di scelte complicate e recriminazioni che minano dal profondo i rapporti e che vedono sempre protagonisti tutti e tre. Kathy, Ruth e Tommy. Ruth, Tommy e Kathy, in un triangolo di affetti complicato e irresistibile, di cui non si può intuire la fine.
Nonostante ci siano diversi altri personaggi secondari, questi scompaiono di fronte all’enormità dei rapporti che si sviluppano tra i tre protagonisti, che in definitiva restano al centro della scena anche quando tutto sembra affondare nella melma, come una barca persa in una palude. Un viaggio, incontri, scelte, che poi finiscono davanti ad un cancello di filo spinato, con le lacrime che si asciugano nel vento.
Ma è Kathy che ridimensiona tutto:
“Stavo parlando con uno dei miei donatori che si lamentava di come i ricordi, anche i più preziosi, svanissero sorprendentemente in fretta. Però io non sono d’accordo. I ricordi che mi sono più cari, mi sembra che non svaniranno mai”.
La memorie, che si affastellano nella narratrice, che sembra non fermarsi, neanche di fronte all’atto pratico della metodicità delle loro vite, in un mondo distopico che sembra svanire quando la scienza si spinge troppo oltre.
Voglio citare anche una cassetta, una cassetta di vitale importanza, a mio avviso, con questa canzone… uno dei particolari da non dimenticare: “Never let me go”
Il particolare da non dimenticare? Un blocco di appunti…