Non leggere Stephen King
di Iannozzi Giuseppe

Credo che Stephen sia morto molti moltissimi anni or sono, all’inizio degli anni Novanta. Non l’ho mai considerato Letteratura. La mia opinione su di lui è uguale a quella di Harold Bloom, forse anche peggiore. Non è la scrittura auspicabile. Se c’è un modo per disimparare a scrivere, a non godere dell’arte, basta sporcarsi le mani con i romanzetti seriali del sedicente re dell’orrore facile.
Stephen King: morto dieci anni or sono
“Blaze”, romanzo scritto nel 1973 da uno Stephen King ancora non famoso. L’ha scovato. L’ha ritrovato. Stephen pensava che il dattiloscritto fosse andato perduto. E invece, con un po’ di sano impegno l’ha ripescato: avrà raschiato il fondo del barile?
In ogni modo, l’ha rivisto e corretto, l’ha pubblicato.
Spero solo non sia una commercialata, una delle solite a cui Stephen King ci ha abituati nell’ultimo decennio. Mi devo ancora riprendere da quella schifezza di “Colorado Kid”, e poi “Cell”… troppe schifezze fatte passare per opere geniali. Per capolavori, la solita vecchia smania degli urlatori, di chi trova in ogni pagina motivo di capolavorismo.
Negli ultimi anni King ha dato sicuramente il peggio di sé, almeno a mio avviso. Lontanissimo lo Stephen King di “Shining”, di “Uscita per l’inferno”, di “It”, de “Gli occhi del drago” (romanzo fantasy-horror molto sottovalutato e che invece a mio avviso uno dei migliori di Stephen)… Belli alcuni racconti in “Tutto è fatidico”, insopportabile invece il minimalismo grammaticale esposto in “On Writing” (sicuramente il modo migliore per imparare a scrivere come uno zombie), simpatico “Cuori in Atlantide”, inutilissimo “Buick 8”…
Stephen King, letterariamente parlando, è morto all’inizio degli anni Novanta.
Ma la notizia della sua prematura scomparsa arriva solo oggi.
Si fatica a crederci. Eppure bisognerebbe accettare il genuino orrore della realtà oltre a quello creato per dar corpo alla finzione letteraria.
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