"Non mandatemi a quel paese, tanto ci abito già. Il mio paese scende sul filo dei muri di sasso prima che si apra la vallata. A quel punto è un salto tra le acacie, tra i rovi e le querce. La sera il cane mi guida al bosco, gli uccelli non cantano e gli dèi a volte si mostrano piccoli e inselvatichiti prima che si rompano le ghiande. La loro domanda è la stessa da mille e mille anni, è la domanda che unge gli altari, che agita i tirsi, che rompe le acque. Mi interrogano nella lingua delle api, col loro unico profilo mi trapassano, ma che abbiano bisogno dell'uomo è una tenera ingenuità. La terra è il loro incenso, i lampioni le mie fiaccole. Devo tornare e tornare al mio paese, tornare ai ponti calmi, ai barbacani erbosi. Qui talvolta l'aria sfrigola per le bugie e le larghe teglie di ferro. Qui talvolta i viottoli santificano l'acqua dei pomodori aperti e un improvviso bruciore di spezie."