Magazine Italiani nel Mondo

Non ne posso più…

Creato il 26 settembre 2011 da Lamagadioz

Dal titolo del post vi sarete già fatti un’idea su quello che leggerete in queste righe.

Penserete che sono stufa dell’Italia, del nostro sistema malato, del marciume del Parlamento e dello schifo che mi viene su ogni volta che vedo i deputati italiani, di ogni ordine colore e grado. Penserete che sono stufa di un paese dove vige la raccomandazione per trovare anche il più semplice dei lavori, dove i salari sono fra i più bassi in Europa, dove l’euro ha causato più povertà che sviluppo, dove gli immigrati entrano quasi indisturbati e dove i più “fighi” della società continuano a essere calciatori e veline, pure se i primi non amano pagare troppe tasse e le seconde fanno rimpiangere i tempi di Drive In, dove le veline perlomeno erano simpatiche e non avevano paura a mostrare qualche rotondità di troppo…

Ecco, penserete che il mio urlo di disperazione sia per tutte queste cose.

E invece no. Vi sbagliate di grosso. 

Perché trovo ormai banale lamentarsi di questo. Non che non siano gravi, tutte queste cose. Certo che lo sono.

Il mio Non ne posso più….si riferisce alle lamentele.

E odiatemi pure, ma la penso così.

Io sto vivendo un periodo davvero duro. Per me e la mia famiglia. Avrei tutti i motivi per lamentarmi, piangere e disperarmi e qualche volta l‘ho fatto, credetemi.

Ma poi mi sono fermata un attimo a pensare. Ma a cosa servono queste lacrime versate? A cosa serve il mio costante complaining? Perché devo fare la vittima?

Io non so se riceverò lo stipendio il prossimo mese. Il lavoro mi piace ma il momento è duro, e magari chi mi legge sta vivendo la mia stessa situazione. Ci sto male e faccio fatica a dormire la notte.

Penso sia ingiusto, penso che non me lo merito e mi sale il magone e mi viene voglia di urlare e scappare.

Poi faccio l’errore di accendere la televisione e l’orrore si trasforma in tragedia perché non sento altro che brutte e sconfortanti notizie non solo dal mio paese, ma dal resto del mondo.

L’umanità intera se la sta passando male in questo periodo. E il nostro paese ci mette il carico da dodici con le manovre economiche senza senso e una classe di governo e di opposizione che farebbe ridere anche la Repubblica delle Banane.

Bene…anzi male. Quindi?

Devo farmi abbattere da tutto questo? Devo attendere inerme che in fondo al tunnel si illumini qualcosa e mi dia speranza per andar avanti? O devo fare io qualcosa per cambiare le cose e fare in modo che il tunnel si illumini prima della fine?

Perché sento solo gente che si lamenta? Ovunque, dai talk show ai vari social network, la società italiana sembra fatta solo di persone capaci di lamentarsi ovunque e comunque.

Io sono stufa di queste persone. Io ammiro chi, zitto zitto, prova a rialzarsi da queste ceneri, con umiltà e perseveranza, senza vittimismi. Perché tanto così gira il mondo e non saranno le nostre persistenti lamentele a fargli cambiare ritmo o direzione.

Io sono sempre stata una lamentona da paura. Poi a poco a poco, anche grazie al mio ragazzo che è l’anti-lamentela in persona e mi “bastona” ogni volta che provo a criticare qualcosa…ho capito che mugugnare non serve a nulla.

Sono le azioni, i fatti che cambiano il mondo. Il nostro piccolo mondo e magari, quello grande grande dove tutti viviamo.

Tempo fa scrissi il post “Io non ho paura” in cui ribadivo più o meno queste cose. Oggi sento la necessità di ripetermi e mi spiace se vi annoio. Ma se in quel post parlavo del fatto che dovremmo fare più attenzione alle cose belle che ci circondano ( e ce ne sono tante) e al fatto che l’epoca in cui viviamo oggi è la migliore in assoluto per il confort e il progresso tecnologico ottenuti…in queste righe vorrei ribadire un concetto un po’ diverso.

E’ una frase fatta, la scoperta dell’acqua per eccellenza ma forse non l’abbiamo capita abbastanza: lamentarsi non serve a nulla.

Anzi, fa male. Fa stare peggio. Offusca la mente, appesantisce il cuore e tarpa le ali. La lamentela è limitante. Non apre la mente, non fa vedere le cose nella giusta prosettiva, non è foriera di nuove e brillanti idee e non porta consiglio. Anzi, il più delle volte peggiora le cose. Perchè nella lamentela la visione di una certa situazione è sicuramente poeggiore della realtà. Dire che viviamo in un paese di ladri ti fa pensare di vivere nel peggiore dei mondi possibili. Ma se analizzi il contesto internazionale e vedi come si comportano gli altri paesi, come certi nostri vicini che rischiano la bancarotta e di strascinare nel vortice anche tutta l’Europa..allora magari inizi a lamentarti meno perchè vedi che il resto del mondo non è messo tanto meglio.

E i soliti lamentosi risponderanno che però a noi manca il mercato flessibile, i salari giusti ed equi, manca la meritocrazia  e altre varie ed eventuali.

Ci sta tutto, è tutto vero. Ma io vorrei sentirmi dire altre cose. Non ne posso più di sentire concetti triti e ritriti che non hanno ormai nessun pregio ma semmai, facendosi così insistenti, rischiano di svuotare il significato del concetto stesso che ribadiscono. A furia di ripetere un concetto,  a furia di descrivere una realtà in modo sempre uguale, se ne perde l’obiettività. Si finisce per abituarsi a questo stato di cose, pure se è uno stato che ci fa schifo.

Vorrei sentire proposte, idee, vorrei sentire gente che non vede l’ora di rimboccarsi le maniche senza aspettare che improvvisamente si illumini la fine del tunnel, ma siano loro a provare ad accendere quella luce con le loro mani e la loro testa.

Non si trova lavoro? Te lo inventi, ti ingegni fino a che non salta fuori qualcosa. Non ti riconoscono il merito? Sono loro che sbagliano, non tu. Se sei davvero meritevole, il tempo ti darà ragione e loro, quelli che non ti hanno capito, si mangeranno le mani. Ma tu non abbatterti e mostrati da subito per quello che puoi fare. E che vali.

Dove lavoro io, un centro divertimenti che stiamo allestendo, il business stenta  a decollare. Tante spese, pochissime entrate. Futuro incerto.  Ci siamo abbattuti, ma poi, finite le lacrime, ci siamo messi a pensare su come potevamo rialzare al sorte di questa nostra “creatura”. Ci siamo inventati feste di compleanno e serate a tema ambientate in un posto fantastico (perché lo è, credetemi). E adesso le cose cominciano a girare. Le prime feste hanno avuto successo. Il resto lo sta facendo il passaparola.

Andrà bene? Non lo so ancora, ma intanto non abbiamo aspettato che la luce in fondo al tunnel venisse da noi, siamo stati noi ad esserle andati incontro….

Se ti senti di aver toccato il fondo, continuare a scavare non serve a nulla. Continuare a ribadire che l’Italia fa schifo senza fare nulla per cambiare nemmeno il tuo piccolo mondo, serve a poco.

E scappare poi, serve ancora meno. E’ un concetto che ho già sottolineato più volte, perché l’ho vissuto in prima persona. L’Italia ha mille problemi ma non pensate che qualsiasi altro paese, America o Australia, sia migliore del nostro. Lo sarà per certi versi, ma per altri vi deluderà. Aspettatevelo. Prevedetelo, prima di fuggire dall’Italia.

Ok, mi fermo qui.

But, please, stop complaining! Life is beautiful but it’s seems we don’t care…

Basta lamentarsi, per piacere. La vita è meravigliosa, ma sembra che non ci interessi….

La Maga


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