Ciao,mi chiamo Ilenia e ho un problema. Non riesco a smettere di guardare trash tv americana. Ma non tutta,eh. Solo i telefilm più brutti messi in circolazione.
Non è colpa mia,giurin, giurello. Io ci provo a starne lontana. Sono loro che mi chiamano come sirene, Ulisse.
Non resisto ai teen-drama: tendenti alla soap ma con risvolti meno drammatici, personaggi abbozzati, trame trite e ritrite, accoppiate so predictable,sceneggiature fatiscenti e recitazione da cani. Nonostante questo,riescono a essere più gradevoli delle soporifere fiction italiane. Sì perchè per quanto possano essere no-sense,isterici, frenetici e recitati male,almeno offrono un calderone ribollente di opportunità di derisione. Sono talmente brutti che,guardandoli con occhio critico, ironia e cibo spazzatura, diventano uno spasso.Non hanno alcuna pretesa di moralità o di qualità. Devi accettarli per quello che sono:subcultura pop, disvalori adolescenziali, battute ridicole.
Prendete per esempio Gossip Girl, cinque stagioni una peggio dell’altra e ancora non hanno cambiato le quattro battute che reggono in piedi la baracca:
-Io sono Chuck Basssssss + faccia da culo e sopracciglia inarcate con enfasi.
-Siriiina VanderWurstel: “non sono più la troia di una volta” + chioma bionda al vento e straccetti improponibili spacciati per haut couture addosso + fidanzato di turno,preso random dai marciapiedi dell’Upper East Side.
- Blair sonolareginadelcomplotto Waldorf: “Io e Chuck siamo belli e dannati, destinati a stare insieme per sempre ma questo ci porterà alla rovina, il mondo potrebbe finire in un enorme buco nero e…oh,guarda una Marc Jacobs” + chioma boccolosa per farla sembrare minorenne,faccia da snob ma anche di quella che forse ci sta. Bocca a culo di gallina. Guardaroba di una granny miscelato sapientemente alla nursery di una neonata con fiocconi e bavaglini. Mix perfetto.
-Nate: “Non sono invisibile,guarda quante tizie bionde mi faccio in una sola stagione!!”. Qualcuno dica agli autori cocainomani che far fidanzare il bamboccio con chichessia non è affidargli una storyline.
Mentre le fiction italiane,sprovviste del giusto livello di follia, si collocano nella fascia anzianotti. La regina imperante è la mediocrità insignificante,insipida e noiosa. Prendendosi troppo sul serio,gli autori costruiscono personaggi provvisti di un raggio d’azione pari a quello di un criceto in gabbia. Senza la ruota. Intrappolati nella loro moralità cattolica e ipocrita, la metà del tempo si fanno delle grandi pippe mentali su cosa dovrebbero fare,cosa vorrebbero fare,cosa sarebbe giusto fare e….l’indice di attenzione cala a picco. Esiste un solo tipo di trama possibile e un solo esito relazionale: la famiglia. Persino una trombata e via il primo minuto dell’episodio si trasforma in un nuovo potenziale nido felice,ovviamente con fiori d’arancio annessi,se no,non vale.
Ma cazzo, gli adolescenti dei film americani,neanche ce li hanno i genitori (è esclusa la famiglia del reverendo Camden,che è ovviamente un’enorme buffonata fatta apposta per testare il livello di sopportazione dei telespettatori a stereotipi,morali precostruite e sermoni moralizzatori).In The Vampire Diaries addirittura gli assistenti sociali non esistono e il caro fratellino di ZombiElena, quasi suicida , viene tranquillamente lasciato alle amorevoli cure della sorellina che nel frattempo pascola con vampiri più o meno tentati di farla fuori al più presto e,cosa ancor più grave,non ha un lavoro,va al liceo e vivono di aria fritta. Avete mai visto una cosa del genere in Italia? Come minimo venticinque puntate sul fatto che: no,no,no. Non si fa. Non si suicida.
In conlusione: preferisco prodotti estremamente brutti o estremamente belli piuttosto che la solita banalità italiota. D’altronde il brutto è sottovalutato.