NON SARA’ MAI UN EROE, PERCHE?
I funerali di Stato non finiscono mai, anche oggi, 30 luglio 2010, due vittime, due giovani vite spezzate, vedove ed orfani, dolore e disperazione.
Vorrei tuttavia, rivolgere un pensiero a quel giovane militare italiano che pochi giorni fa si è suicidato, in Afghanistan. Anche lui ha lasciato la famiglia nel dolore, si è tolto la vita perché non sopportava gli orrori di una guerra maledetta, ma non sarà mai un eroe.
Di lui la stampa non dice neppure il nome, e se anche non si saprà mai il motivo vero per cui si è tolto la vita, è innegabile che era in Afghanistan, teatro da troppi anni di una guerra assurda.
I dati pubblicati da Wikilieaks su quella guerra danno ragione a tutti quelli che si sono sempre opposti.
Presentata come una guerra santa, la spedizione di Bush non ha mai raggiunto i suoi scopi, i talebani sono ancora lì, il Pakistan aiuta ormai più loro che la Nato, la democrazia non è arrivata, le morti dei bambini, la corruzione dei governanti e la ripresa della grande produzione di oppio sono il risultato più evidente di una guerra che non si doveva fare.
Testimonianze dei massacri e delle follie, Emergency andava tolta di mezzo. Karzai e i comandi militari ci sono riusciti con la complicità vigliacca di Frattini e di La Russa che hanno lasciato in Afghanistan solo i soldati: condannandoli a subire, insieme ai loro colleghi, gli effetti devastanti di quei massacri e di quelle follie.
Sono stati più di 30 nel 2010 i soldati che si sono suicidati prima del nostro sottufficiale, nell’indifferenza generale, perché i suicidi non scuotono la coscienza opaca dei governanti che non pagano mai di persona e a cui serve continuare a dire che quella guerra maledetta è una guerra giusta.