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Non sempre i social fanno bene

Da Andreatamburelli
Non sempre i social fanno bene

Oggi ho avuto il piacere di leggere un articolo molto interessante sul "lato oscuro" dei social network: un trend fino a qualche anno sconosciuto che è entrato nelle nostre vite in modo prepotente e ci ha sedotto un po' tutti, ma portando con sè anche alcune problematice reputate serie.

In particolare, una ricerca realizzata presso un’università americana ha messo in evidenza i grossi rischi connessi all’abuso dei social network da parte degli adolescenti; i pericoli, anche di salute, che ne derivano. Ovviamente, nel mondo della globalizzazione e delle innovazioni tecnologiche continue e pressanti, anche la società si adegua, e corre, si uniforma ai cambiamenti, sino a diventarne schiava.

Ciò che è preoccupante, però, nell’era digitale, è il prepotente conformismo tecnologico che si realizza nei giovanissimi: sin dalle scuole elementari i genitori “devono” dotare i loro figli di cellulari di ultima generazione, per giungere alle scuole medie o al massimo alle superiori con i tablet. Bambini non ancora sicuri o padroni del linguaggio, ma precocemente esperti nell’utilizzo dei nuovi cellulari. Per un genitore non è sempre semplice seguire l’attività online dei propri figli.Alcuni impongono regole precise sull’uso del pc. Altri si fidano e non sentono la necessità di controllare in modo specifico questo aspetto della loro vita.Tuttavia, certi studi mostrano che alcuni rischi legati al web potrebbero essere oggi sottostimati: per esempio tra i ragazzi di 13-16 anni i genitori pensano che si siano imbattuti in adulti che fingono di essere coetanei nell’8% dei casi. La stessa percentuale dichiara che i figli hanno ricevuto materiale pornografico non richiesto. E il 7% che ha incontrato dal vivo persone conosciute online.Non sempre i social fanno bene
Ma i problemi che possono sorgere con le nuove tecnologie non sono solo questi. C’è anche il rischio di trovarsi dipendenti dal web.Secondo un recente rapporto pubblicato dalla Società Italiana di Pediatria, gli adolescenti che navigano su internet per più di tre ore al giorno mangiano peggio, leggono di meno, praticano meno sport e hanno un rendimento scolastico inferiore. Non tutti i genitori sono coscienti di tali pericoli, né riescono sempre ad imporre le regole comportamentali e dunque disciplina.E’ necessario un imponente sforzo educativo per non annegare nel degrado sociale e generazionale.Mi ha personalmente fatto riflettere l’idea secondo cui i social network riescano a creare supporti alle tattiche amorose, seduttive o professionali, a secondo della tendenza suddetta applicabile al caso concreto.Ma la mancanza di contatto diretto non farà si che i rapporti risultino simulati, denaturati, inevitabilmente falsati da uno schermo?E poi, qual è la funzione, per esempio, del cellulare alle scuole elementari o medie, quando ancora è il genitore, nella maggior parte dei casi, ad accompagnare il figlio davanti la scuola? Quest’ultima peraltro già dotata di un telefono fisso atto alle esigenze dell’istituto scolastico, ivi compresi gli alunni.La domanda resta aperta...

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