Ho letto per la prima volta Cent'anni di solitudine quando avevo circa 12 anni: fu mia madre a consigliarmelo - e nel tempo mi ha consigliato altri bellissimi libri- e io l'ho amato da subito. Come tutti i libri che ho davvero amato, l'ho poi riletto molto spesso, scoprendone sempre nuovi piccoli dettagli che me lo hanno fatto amare ancora di più.
Quando la settimana scorsa è morto Gabriel García Márquez, ho ripensato a tutti i suoi libri che ho letto, perchè ce ne sono stati altri dopo Cent'anni di solitudine, a tutti i sogni e i personaggi e le speranze che ho vissuto e agli amori e le delusioni e le gioie che le sue parole mi hanno regalato.
Ho ripensato a quegli universi così lontani da me e pure così vicini, a quella dolorosa gioia della vita che sapeva raccontare così bene. A quei personaggi improbabili e pure tanto più veri e sinceri di tanti miei vicini di casa.
Allora mi sono seduta e ho ricominciato a leggere.
"Muchos años después, frente al pelotón de fusilamiento, el coronel Aureliano Buendía había de recordar aquella tarde remota en que su padre lo llevó a conocer el hielo..."
Ciao Gabo. Grazie.