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Non si sputa nel piatto…

Creato il 04 novembre 2010 da Patuasia

Nell’articolo: “Il bambino e l’acqua sporca”, pubblicato sull’ultimo numero di Alpe, Viviana Rosi taccia di superficialità coloro che si mostrano contrari alla gestione nostrana della cultura. Invita ad “analizzare i contenuti artistici, intellettuali e gli usi politici” delle varie manifestazioni organizzate dalla Regione, al di là della demagogia e dei luoghi comuni. Preoccupata che “il facile sdegno per i costi” possa diventare la scusa per “buttare via il bambino insieme all’acqua sporca.” Noi, di Patuasia, siamo sempre stati e lo siamo tutt’ora, molto critici nei confronti della proposta culturale locale. Non tiriamo in ballo la Saison che ci sembra il minimo che possiamo avere (cinema di qualità, teatro, operetta, non possiamo fruirli diversamente), ci limitiamo semplicemente a constatare che nonostante i milioni di euro spesi, il livello culturale della Valle d’Aosta resti spaventosamente basso. Invita, la Rosi, alla lettura della filosofia della Restitution. Il Teatro romano ci è stato restituito con un trasloco dell’impalcatura di pochi metri; l’area megalitica di Saint-Martin dopo vent’anni è un cantiere aperto, tanto orribile quanto fuori luogo e tempo (solo la Sagrada Familia, di Gaudì, ha conservato negli anni il fascino delle origini); lo Splendor chissà, se faremo in tempo a vedere gli arredi. Per tutto il resto ci sembra che il concetto tanto reclamizzato (trattasi soprattutto di restauro e conseguente fruibilità) non appartenga a una determinata filosofia locale, ma a un doveroso compito istituzionale. Siamo convinti che la cultura, così come viene gestita, sia, più o meno consapevolmente, considerata da tutti, compresi coloro che ci lavorano in ambito istituzionale, come un qualcosa di superfluo. Più vicina all’intrattenimento e al diversivo che a uno strumento di crescita individuale e collettiva. Un milione di euro speso per la Festa della Valle d’Aosta è stato un insulto: questo sì che avvalora la tesi dei tagli necessari. Una propaganda misto griglia con chiare finalità elettorali. Questa non è cultura. Per noi la cultura è altro. E’ occasione, strumento, opportunità per migliorare se stessi. Se la cultura non viene metabolizzata, rimane semplice informazione. Si possono leggere cento libri al mese, ma se si cena guardando la televisione, se si trascurano i figli, se si arriva constantemente in ritardo, ecc ecc, tutti quei libri non sono serviti a niente. Noi, in quanto collettività, non siamo migliorati affatto, evidentemente qualcosa non funziona: che sia il bambino?


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