Più di una volta mi sono sentita rivolgere questa affermazione “Non si vive solo di viaggi“, e più di una volta ammetto che mi ha piuttosto infastidita.
Non sono una viaggiatrice compulsiva; ammiro chi scova un’offerta e via, click e si parte senza pensarci troppo.
Sarà che non ho tempo, nè tanto meno budget per prenotare così su due piedi, o sarà che forse non ne sono capace.
Sarà che non riesco ad abbondare la mia “comfort zone”, e così mi oriento sempre verso quei luoghi che sono nel mio immaginario e che sogno da una vita, o verso destinazioni che per me hanno un significato importante e profondo e sento forte il loro richiamo.
Giorni fa ho scovato un volo per Bali ad un prezzo davvero ghiotto, ma niente, non ho sentito le farfalle nello stomaco, e così, anche se sono curiosa di volare ad Est prima o poi, non ho fatto nessun click.
C’è poi chi mi dice “Beh tanto Bali non ti sarebbe piaciuta” – “Si, no, forse?!”.
A chi mi ripete che non si vive solo di viaggi, continuo a rispondere il mio vago “Si, no, forse?!”.
Che di fatto riflette proprio il mio essere un po’ smarrita in questo momento della mia vita.
Semplicemente viaggio perchè mi sento felice.
Banale, scontato, chi non si sente sereno mentre è lontano dalla solita routine quotidiana?
Ma per me viaggiare vuol dire respirare a pieni polmoni, sciogliere il groviglio di emozioni che mi porto dentro da qualche anno, e che a volte pesa più di un macigno.
Viaggiare è sentirmi leggera.
Guardare un cielo che non è il “mio”, abbandonarmi ad un tramonto spettacolare, e stare per un attimo lontana da casa è per me una necessità.
A New York, proprio sul ponte di Brooklyn, tutte queste emozioni mi sono piombate addosso come uno schiaffo.
Perchè quando tieni qualcosa chiuso dentro di te, prima o poi esplode, in modo intenso, profondo ed inaspettato.
E li, finalmente, ho ritrovato quella consapevolezza che mi mancava.
Ho buttato fuori tutto ciò che mi bloccava, che a tratti mi faceva mancare il respiro, e ho assaporato l’aria a pieni polmoni, mentre un vento improvviso mi ha avvolta.
Mi piace pensare che non sia stato solo il vento.
Mi piace pensare che ci sono certi luoghi, come Parigi, dove posso tornare per sentire più vicino a me chi non c’è più.
“Appena starò meglio, torneremo tutti a Parigi”. Non è andata così purtroppo.
E Parigi è diventata un po’ il mio rifugio, dove ritorno semplicemente perchè ho dei ricordi di famiglia così belli che ho voglia di riaverli vicini per un po’.
Il mondo è grande, e ho davvero voglia di scoprirlo, ma so anche che non si vive solo di viaggi.
Ma quello che ho e che sono adesso mi basta.
Ho fatto della mia passione il mio lavoro, ed è bello svegliarsi senza pensare che “oddio è lunedì” o finalmente è venerdì.
Non si vive solo di viaggi “Si, no, forse?!.
Ma perchè non mi chiedi se sono felice?
SI, adesso assolutamente SI.