Da melusina il terremoto ha fatto “rattle rattle”.
Invece qua in camera mia il terremoto ha fatto “tlin tlin”, perché me l'ha segnalato per trenta secondi la vibrazione vetrosulegno della cornice con dentro una foto, appoggiata sulla mensola che ho sopra il letto.C'è stato anche un poco di rattle, sommesso come le scosse, misto al pensiero che in quei momenti, altrove, qualcuno soffriva l'esperienza dell'epicentro; però cessate le scosse cessata la paura. È stata più che altro la riflessione sul senso di impotenza a tenermi sveglio per le due orette successive.
Riflettevo sul regolare e persistente tremolio del letto in quei lunghi significativi secondi appena trascorsi. Un tremolio che era arrivato senza chiedere permesso, che a suo piacere avrebbe potuto presentarsi ben più arrogante e prepotente.Come siamo microscopico pulviscolo sulla groppa di un brontosauro!Che poi, più che paura, è stato un misto di inquietudine e rassegnazione. Se qualcuno cerca di buttare giù la porta d’entrata, magari mi organizzo per reagire, probabilmente l’adrenalina ha il sopravvento sull’immobilità. Ma quando una gigantesca mano invisibile decide di sballottarti la casa, aspetti che finisca di fare i propri comodi, sperando che anche questa volta non abbia le balle particolarmente girate. Almeno non qua. Le ci vuole poco, se le va, di trasformare la vibrazione in una shakerata distruttiva.
Tornando alle ore in bianco a investigare quell’inquietante “tlin tlin”, c’era un altro aspetto da evidenziare. Se non erro questa è la terza o forse la quarta volta che avverto il terremoto. Capitò una volta da bambino, ricordo che stavo facendo i compiti sul tavolo e il piattino della merenda dal bordo del tavolo cadde per terra. Sciagura. Poi è ricapitato di recente, anche qualche mese fa, col lampadario che oscillava.Questa volta però, come su una pellicola fotografica rimasta esposta il tempo necessario, l’accadimento ha avuto il tempo di impressionarmi.Trenta secondi di regolare, monotono, indifferente “tlin tlin”, senza variazioni che tradissero emozione alcuna da parte del signor Tellurico. Non ho nemmeno acceso la luce, per stare concentrato su quel tlin tlin. Niente di umano; non uno sbotto d’ira, un ceffone e via, no; “tlin tlin tlin tlin” come se volesse esasperarmi, prendendo il posto delle lancette dell’orologio (che non ce l’ho a lancette, perché appunto rompono le balle).Insomma, quel “tlin tlin” indicava una fredda, cadenzata presa di possesso del mio lettuccio.
A margine, una nota colorita. Appena terminate le scosse ho pensato: chissà chez Telemaco com’è la situazione!
L'accuditrice di Telemaco abita poco distante da me e notoriamente tutti gli animali avvertono più intensamente i cataclismi. Quindi stavo per mandare un sms o chiamare, ma poi mi sono immaginato la mia amica già presa a porconare e a staccare dalle tende il gatto che nel frattempo aveva già disfatto il bilocale, in preda all'agitazione felina. Ho pensato che meglio di no, e non l’ho contattata.La mattina dopo, in chat, le chiedo del terremoto._Perché? C’è stato il terremoto?_Sì, stanotte verso le 4. Non ti ho disturbata perché immaginavo che fossi già abbastanza alle prese a calmare Telemaco._No, no, io dormivo, non ho sentito niente. Solo che alle quattro e mezza mi sono rassegnata ad alzarmi a dargli le crocchette che continuava a miagolare e non mi lasciava in pace._Povero Telemaco! Bollato come famelico rompiballe, mentre cercava di salvarti!
K.