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Non solo a Parma

Da Nonnapapera

Anche a Savona pochi giorni prima era stata denunciata una moria di anatre a causa del botulino.
Ecco cosa riportava il sito del Secolo XIX

Non si ferma la morìa di anatre: rilevate tracce di botulino. Già una trentina le vittime
Savona. È ripresa la mattanza, indiretta, della colonia di germani che vivono alla foce del Letimbro. Sei pennuti morti al giorno dall’inizio della settimana. Molti altri salvati in extremis ma la minaccia dell’avvelenamento delle acque stagnanti del torrente incombe ancora sui poveri animali.

Non solo, da questa settimana l’epidemia che uccide i pennuti ha colpito anche diversi gabbiani reali e alcuni piccioni. Queste morti vanno ad aggiungersi a quelle dell’ultima settimana di agosto, quando 12 germani erano stati trovati privi di vita nel Letimbro mentre altrettanti versavano in agonia.
Si era pensato subito ad un avvelenamento, forse volontario, dell’acqua del torrente. Quest’ipotesi ha trovato fondamento quando su alcuni esemplari, mandati in un centro veterinario di Livorno, sono state trovate tracce di botulino. Il botulino innesca un meccanismo di morte non immediato ma inesorabile.

Quando un animale muore colpito da questa tossina diventa portatore per altri animali in salute. Sembra proprio questo il meccanismo che ha preso piede nell’oasi faunistica della foce del Letimbro. Il che spiegherebbe anche la morte dei gabbiani reali. Anche se, prima di procurare allarmismi, bisogna attendere i risultati delle analisi della Asl2.

Fortunatamente rispetto ad alcuni anni fa la morìa ha avuto effetti meno devastanti. Allora la morte nella colonia di pennuti era stata costantemente in crescita mentre quest’anno, grazie all’intervento immediato dei volontari dell’Enpa , dell’Arpal e di quanti gestiscono attività in zona, si è riusciti a darle un freno.

Intervenendo tempestivamente e sciacquando gli esemplari in difficoltà con acqua pulita si è potuto salvare un buon numero di bestiole, mentre quelle più in difficoltà sono state curate da specialisti. Si è pensato quindi ad alcune soluzioni che potessero mantenere pulita il più possibile l’acqua delle vasche della foce. «I pennuti muoiono proprio vicino al mio bar - spiega Flavio Fiumara, uno dei soccorritori e sostenitore storico delle povere bestiole - e quando sono intervenutopulendo gli esemplari in difficoltà e lavandoli ho notato che non morivano».

Fiumara ha quindi allacciato un tubo dell’acqua che dal suo bar arriva sino alla vasca del Letimbro, in modo da mantenere l’acqua pulita il più possibile mentre il Comune, che intanto sta cercando di risalire alle cause precise dell’insolita moria, sta pensando allo stessa tecnica di Fiumara, cioè portare alla foce acqua pulita che vada a riempire costantemente le fonti stagnanti della foce del torrente e per fare questo ha intenzione di utilizzare il cantiere per la piscina. L’allacciamento dovrebbe essere attivato già nella giornata di oggi. cr_banner('34');
«Stiamo cercando di recuperare e salvare il maggior numero di esemplari di fauna selvatica in difficoltà - spiega Giovanni Battista Buzzi, vice presidente dell’Enpa - ed attendiamo i risultati delle analisi sui campioni d’acqua sulla quale stanno lavorando Asl e Arpal. Gli
animali salvati fino ad ora, però, sono stati recuperati grazie alla diagnosi che parla di botulino. È su chi ha disperso tale tossina nelle acque che bisogna risalire».


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