Non solo cervelli in fuga. Giovane ricercatore napoletano premiato a San Francisco

Creato il 08 settembre 2014 da Vesuviolive

In Italia si può far ricerca, arrivando in cima al mondo della scienza e lavorando a pochi passi da casa. E’ questo l’esempio di Mariano Sirignano, ingegnere chimico nolano di 30 anni, che aiutato dal suo docente all’Università Federico II di Napoli, Andrea D’Anna, ha vinto una competizione scientifica alla quale hanno partecipato 1400 ricercatori provenienti da tutto il mondo.

Il giovane ingegnere, specializzato in Analisi delle polveri sottili, è stato premiato insieme al suo professore, all’Accademia delle Scienze della California a San Francisco. La relazione dal titolo “Coagulazione di Nanoparticelle in regime di bassa e media temperatura”, è stata preferita a quelle di studiosi provenienti da atenei prestigiosi come il Mit di Boston e Stanford.

Di solito la rate of acceptance delle ricerche presentate per il simposio è del 30-40%, – spiega Sirignano- che per una conferenza è estremamente basso. Vuol dire che è molto competitivo partecipare per vincere. Alla prima selezione ne passano solo una su tre. E arrivare a un tale risultato, da un’università che rispetto a quelle americane o di altri Paesi vive in una condizione cronica di carenza di fondi per la ricerca, è una grandissima soddisfazione, che dà conto dell’eccellenza italiana nonostante le difficoltà che dobbiamo affrontare ogni giorno”.

Il lavoro del ricercatore e del suo docente si occupa delle piccolissime particelle che si sprigionano in ogni processo di combustione, come quelle che compongono la fuliggine. Si tratta di particelle invisibili, prodotte anche dai motori a benzina e dai fornelli di casa, delle quali si sa ancora pochissimo. Lo studio premiato a San Francisco dimostra come con temperature più alte esse “coagulino”, cioè si uniscono tra loro in particelle più grandi, con maggiore difficoltà. E quindi diventano incontrollabili, si attaccano ai tessuti del nostro corpo e non si riesce a bloccarle con i normali filtri “antiparticolato”.

Per i ricercatori napoletani la strada da percorrere è ancora lunga ma questo premio rafforza la posizione della comunità scientifica di Napoli, che insieme a quella dei Politecnici di Milano e Torino e all’Università di Pisa, rimane tra le più importanti sia per la presenza nei congressi internazionali, che per la quantità di lavori pubblicati su riviste scientifiche.


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