Larian Studios rilascia un insolito ma tutto sommato riuscito mix di generi differenti
Onestamente, Dragon Commander sembra il frutto di una serata bagnata da troppe birre. Eventualità non remota considerando che lo sviluppatore, quel Larian Studios noto per le prodezze ruolistiche, ha sede nella ridente Gent, in Belgio. Dopo tanti anni spesi sulla serie Divinity e con Original Sin in produzione, recentemente finanziato da una riuscita campagna di raccolta fondi, dev'essere stato liberatorio poter creare qualcosa di completamente nuovo pur senza abbandonare l'universo fantastico plasmato in oltre dieci anni di duro lavoro: il risultato è uno strategico con elementi tratti da numerosi altri generi che, pur ambientato nel mondo di Revellion, si allontana da qualsiasi esperimento precedente e tenta di disegnare una strada tutta sua. Un azzardo che fin dalle prime partite mostra il fianco a numerosi problemi ma che tutto sommato divertirà quei giocatori in cerca di qualcosa di profondamente diverso dal solito, oltre che dalle qualità inattese. D'altra parte non sono molti i titoli che mescolano draghi, strategia, tattica e tantissimi dialoghi.
Un regno da pacificare
In quanto spin off della serie Divinity, Dragon Commander si sviluppa all'interno dello stesso universo di Rivellion, mondo fantastico che qui assume però tonalità differenti, spingendo molto forte sull'atmosfera ibrida a tinte steampunk. A bordo della propria nave, la Raven, si deve giocare il ruolo del figlio bastardo di un imperatore il cui regno è oramai frantumato e conteso, una terra da pacificare e riportare sotto un'unica bandiera.
La trama è standard ma sul ponte della nave si incontrano rappresentanti delle altre razze coinvolte nella guerra e con loro andranno discusse alleanze, pianificate le mosse successive e decise le sorti della partita. Rappresentanti di non morti, nani, uomini lucertola, imp ed elfi andranno accolti e con loro discusse le tematiche più disparate, economiche ma anche politiche e sociali, siglando alleanze e subendo le inevitabili conseguenze delle inimicizie che si creeranno. Stringere un patto e magari finire per sposare una rappresentante dell'impero iper capitalista dei nani porterà a situazioni diverse rispetto al percorso che si segue abbracciando la cultura teocratica dei non morti. Ogni razza ha le proprie connotazioni e le lunghe sessioni di dialogo, con tutto quello che comportano, sono la parte più interessante dell'esperienza di gioco proprio perché estremamente peculiari. Ci sono tanti stereotipi e i giudizi espressi sono fin troppo netti, quasi caricaturali, ma il bello è questo. Ne risulta una componente narrativa che mescola tematiche modernissime con un contesto fantasy non innovativo ma solido; davvero riuscita. Le manovre diplomatiche, unite a quelle legate alla ricerca e allo sviluppo delle nuove tecnologie, si concretizzano sulla mappa da "board game" divisa in province. Regioni da conquistare muovendo le truppe, costruendo le strutture e in generale agendo come decine e decine di giochi da tavolo ci hanno insegnato. In questo senso, Dragon Commander funziona discretamente bene anche se non inventa davvero nulla di nuovo e alla lunga potrebbe difettare un po' in quanto a varietà di situazioni sperimentate. L'altro piatto forte dell'offerta, comunque, sono le battaglie in tempo reale, quello che almeno sulla carte dovrebbe essere il vero cuore pulsante dell'esperienza. Divinity: Dragon Commander - Trailer "Call to Arms"L'anno del drago
Le battaglie in tempo reale mescolano strategia e azione. Si può giocare in prima persona uno scontro per volta, delegando eventualmente gli altri ai propri comandanti, e come ci si arriva in termini di unità e abilità speciali dipende dalle scelte fatte durante le fasi a turni.
Il legame tra le due tipologie di gameplay, in tempo reale e non, può ricordare la serie Total War e in effetti ci sono dei punti di contatto, ma la sostanza è molto differente. Se infatti la mappa tattica ricorda da vicino un gioco da tavolo classico, l'altra ha sì diversi elementi strategici ma anche una sostanziosa componente action. Durante le battaglie le unità, terrestri e aeree, vanno controllate come in un qualsiasi RTS, mosse in modo da conquistare i territori e con lo scopo ultimo di distruggere la base avversaria. Si possono evocare nuove truppe e applicare larga parte delle strategie sperimentate in questo genere di gameplay, anche se non ci si deve aspettare la profondità di titoli come StarCraft e Company of Heroes. Qui il bello arriva quando scade il timer e si può finalmente prendere il controllo del proprio drago: come in un qualsiasi action in terza persona, possiamo muoverlo in aria sia per distruggere le forze nemiche, sia per fini un po' più sofisticati, ad esempio sabotare le strutture avversarie in modo da rallentare l'invio dei rinforzi. Una trovata interessante che però si scontra con un paio di problematiche che non possono essere sottovalutate. Dopo un po', a nostro avviso, la formula stanca e, soprattutto a causa di una varietà non stratosferica, l'entusiasmo iniziale va scemando. E poi il sistema di controllo, soprattutto quando si cerca di pilotare il drago e amministrare la produzione e la gestione delle unità, fa emergere un'eccessiva confusione e poca intuitività. In generale la sensazione è che Larian Studios abbia voluto fare tante cose differenti senza riuscire a dare la giusta profondità a ciascuna. La componente multiplayer attenua ma non cancella questo problema di impostazione generale, che ci saremmo sentiti di far pesare meno se non fosse stato per il prezzo, 39.90 euro, pericolosamente vicino a quello di tante produzioni così dette tripla A.Requisiti di Sistema PC
- Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7-3770K @ 3.50GHz
- 16 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX780
- Sistema operativo Windows 8
- Requisiti Minimi
- Processore Intel Core 2 Duo E6600 o AMD Athlon 64 X2 4600
- 2 GB RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce 8800 GT (512 MB) o ATI Radeon HD 4850
- 15 GB di spazio su disco
- Requisiti Consigliati
- Processore Intel Core-i5 2400 or Phenom II X4 960T
- 4 GB RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 550ti 1GB ram o ATI Radeon HD 6850
- 30 GB di spazio su disco
Divinity: Dragon Commander è un minestrone di elementi interessanti, che sarebbe potuto essere davvero grande se non fosse stato per un po' di leggerezza dimostrata in alcune delle sue componenti fondamentali. Anche così com'è, comunque, si tratta di un gioco riuscito che consigliamo di provare non tanto all'appassionato di strategia duro e puro, quanto piuttosto al giocatore in cerca di qualcosa di diverso dal solito e dotato di una forte componente narrativa. Strategia e azione si mescolano piacevolmente, facendo a lunghi tratti scomparire i difetti, che in altri momenti si palesano invece sotto forma di frustrazione e noia. Peccato infine per il prezzo, che non invoglia all'acquisto chi in vena di fare una scommessa.
Umberto Moioli @Umberto_MoioliPro
- Inusuale mix di cose diverse
- Personaggi e situazioni interessanti
- Un gioco divertente e ben congegnato...
Contro
- ...peccato per certi motivi di frustrazione
- Le singole componenti mancano di profondità
- Stile visivo tra fantasy e steampunk un po'