Non solo Expo: cose che Milano deve risolvere

Creato il 04 maggio 2015 da Signorponza @signorponza

Expo è iniziato, che lo si voglia oppure no. E se siete tra i poveretti sostenitori del partito del no, mi spiace per voi. In questo post però un po’ vi do ragione, perché ho voluto trovare una serie di aspetti su cui siamo ancora palesemente indietro, e che testimoniano il fatto che – in realtà – Milano non era ancora pronta per Expo. Ecco una lista scomoda, perché io ho sempre amato i post di inchiesta. Io come Baraba D’Urso.

Carrozze separate sui mezzi pubblici

Milano, 2015 e ancora non abbiamo le carrozze sugli autobus separati per chi la mattina si imbottisce di aglio. Una tragedia mettere piede sul mezzo e sentire di essere accolti da un caldo abbraccio di spezie di ogni genere. Io chiedo a gran voce la presenza di scomparti suddivisi per tipologia di cena mangiata la sera precedente. Basta alla nausea mattutina a causa di anziani che ancora tracannano aglio perché “fa bene alla circolazione“.

Anziani e Aglio, un binomio indissolubile

Mettiamoci nei panni dei turisti che arrivano qui con un carrozzone di luoghi comuni buone speranze e non chiedono altro che mangiare le stesse prelibatezze che ogni giorno Antonio Banderas sforna dal suo Mulino. Salendo su un qualsiasi mezzo pubblico tra le 7.30 e le 9.30, faremmo passare ai potenziali visitatori la voglia di mangiare da qui al prossimo Giubileo (quello vero, non quello che hanno inventato a buffo poco fa).

Pisapia, che volemo fà? La troviamo una soluzione?

L’apericena

Milano, 2015 e ancora non abbiamo debellato efficacemente il preoccupante fenomeno dell’apericena. Milano come Treviso, con la differenza che noi lo Spritz non lo abbiamo inventato. Tuttavia ce ne siamo appropriati come Napoleone con le opere d’arte italiane, abbiamo incrementato il prezzo da tre a otto euro al bicchiere e abbiamo creato un fenomeno orrendo. Momenti di aggregazione in cui l’obiettivo è gettarsi sul buffet preparato dai tre ai cinque giorni prima, farcire un piatto delle dimensioni di un Polly Pocket e sperare di trovare un tavolo per appoggiare la scorta di provviste. L’apericena è un male che si diffonde specialmente in zona Navigli e Arco della Pace, aree a mio parere stupende e deturpate da orde di accattoni affamati e sfavillanti milanesotti alticci.

Formigoni, so che tu ti ci ritrovi tantissimo in questo tipo di ambienti, ma per l’amore di Milano sei disposto a darci una mano?

Il mare (che non c’è)

Milano 2015 e ancora non abbiamo risolto il problema della mancanza di mare. Esiste Milano Marittima, quindi significa che da qualche parte ci sono delle persone molto smart (in una scala da uno a dieci io darei loro un bell’OTTO), che sono riuscite a piazzare una Milano sul mare. GENIALI, come avete fatto? Chiedo a gran voce che i fondatori di Milano Marittima vengano fatti sindaci, tutti insieme e contemporaneamente, della città di Milano (attualmente senza mare). Cerchiamo di creare non una Milano Navigliosa, non una Milano Lacustre, ma una Milano Marittima Bis. Vorrei che ci fosse un qualche geologo che possa prendere a cuore questa mia istanza. Solo così potremmo dare ai visitatori di Expo una Milano a trecentosessantacinque gradi.

Maroni, vogliamo mettere da parte l’orgoglio padano e chiedere un po’ di acqua salata agli amici delle coste? Iamma.

Sottolineando che la storia dei trecentosessantacinque gradi è una pura licenza poetica, vi bacio tutti, visto che oggi ho mangiato aglio, e vi do appuntamento sulla 27.


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