Netflix è arrivato, sia lodato Netflix!
Per essere fuori da manco una settimana il catalogo è piuttosto interessante, ci sono dei documentari che mi cuorano gli occhi al sol pensiero.
Documentari, capito? Sto invecchiando, per forza.
Tra i vari film proposti mi sbuca lui, Amabili resti, a cui facevo la corte da un po', precisamente da quando ho conosciuto la malefica Saoirse Ronan in Espiazione, che tu piccolo mostro possa essere eternamente maledetto.
In AR la mia nemicissima Ronan (scherzo, è brava brava brava) interpreta Susie, una ragazzina violentata e uccisa da un vicino di casa. Dopo la morte non troverà la pace, ma rimarrà bloccata in un limbo da cui sorveglia i famigliari, Quello che vuole è essere vendicata.
Partiamo dalla solita premessa personale di cui può anche non fregarvene niente ma che serve a me.
Sabato pomeriggio è morta una ragazzina del mio paese, una ragazzina dell'età di mio fratello. Qua da noi li chiamiamo 'coscritti'. Non la conoscevo personalmente più di tanto (per quanto ci si possa non conoscere in un paesino di 3000 anime), ma da lontano l'ho vista crescere. Ho sempre accompagnato io mio fratello (che, se non ve l'ho mai detto, si chiama Kevin) nel suo percorso scolastico (e non), per cui ho avuto modo di vederla a 3 anni, mentre faceva l'asilo, entrare alle elementari, e poi alle medie, e poi quest estate, in procinto di diventare una ragazza splendida. E l'ho vista mancare, sabato scorso. Kevin ha dovuto per la prima volta scendere a patti col fatto che si può morire a 16 anni, che gli incidenti e le notizie del tg non sono cose lontane, che accadono a chiunque, in un modo completamente inaspettato, come se la sorte pescasse da una grande boccia. E ha dovuto scenderci a patti in un momento di grande fragilità, mentre è ricoverato in ospedale.
E per la prima volta la morte di una persona che non mi era amica mi ha colpito così duramente, Perché aveva l'età di Kevin, ha fatto ogni scuola con Kevin fino alla terza media, e mentre ora lui è in ospedale (ma sta bene, nessun allarmismo) a rognare perché vuole tornare a casa, a lei questa scelta non è stata data. Ed è devastante. Inimmaginabile.
Scegliere di vedere Amabili resti proprio in questo momento è stata forse una scelta un po' azzardata, perché ho il cuore e la mente offuscati e confusi, ho avuto momenti di grande intensità in cui mi chiedevo quale potesse essere il senso di amare qualcuno così tanto quando può esserti tolto in qualsiasi momento, trascinando la tua vita in un becero e miserabile continuare senza scopo. Poi mi sono ricordata che alla regia ci stava Peter Jackson, che considero una persona molto intelligente. Sapevo non avrebbe fatto del marcio giornalettismo con immagini strazianti di mammà e papino in lacrime, non avrebbe ostentato il dolore. Non mi ha deluso, è sempre molto elegante.
Certo, la sofferenza è molto presente, ma non ne siamo mai sopraffatti fino al disgusto, qua non parliamo mica di Barbara D'Urso. Non avrei potuto sopportarlo.
Con queste premesse, penserete che il film mi abbia emozionato molto.
Ecco, no.
Avrei tanto voluto che lo facesse, in questi giorni ho bisogno di uno di quei pianti liberatori che ti alleggeriscono lo stomaco, invece niente. Pur riconoscendo alcune scene come bellissimi momenti di cinema, il mio cuore è rimasto freddino (il che mi lascia perplessa, sapete quanto l'argomento stupro sia importante per me). E per quanto abbia trovato interessante la parte del caso da risolvere, forse la parte più thriller, ho avuto il latte alle ginocchia per tutta la parte dell'aldilà. Premettendo che non credo nella vita dopo la morte e nemmeno in paradiso/inferno e tutte quelle cose cattoliche lì, il vero punto è: avevamo davvero bisogno di questo bagno termale nella computer grafica, Peter? Io credo di no. In quanto figlia degli anni 90, la tecnologia non mi spaventa, non odio la CGI a prescindere come presa di posizione hipster, ma ragazzo mio, perché? Perché così, perché anche in momenti in cui non era affatto necessaria? Hai dato un valore aggiunto alla pellicola?
È proprio così che ti immagini l'aldilà, Peter? È così che lo sogni?
Riconosco che, in un momento in cui la mia mente è così pervasa da pensieri riguardanti la morte, la morte dei giovanissimi, Amabili resti si è insinuato su un terreno fragilino, aiutando queste mie riflessioni a crescere, anche se temo che non arriveremo mai ad una risoluzione.
Non si scende a patti con la morte. Non la si capisce, non la si accetta.
Specialmente quando avviene così.
In una stracavolo di scena piena di computer grafica che mi pareva di stare a guardare un benedetto Polar Express!
(Spoiler: non parlo della morte di Susie)