Magazine Cinema
Titolo originale: Memento
Anno: 2000
Durata: 119 min.
Trailer:
Basato sul racconto 'Memento mori' di Jonathan Nolan.
Un film con un titolo così bello non poteva che essere un capolavoro.
'Memento' è la storia di Leonard Shelby (un fantastico Guy Pearce), che, in seguito ad un'aggressione nella quale sua moglie perse la vita, soffre di un disturbo della memoria, a causa del quale non riesce ad assimilare nuovi ricordi, e dimentica in un paio di minuti quello gli accade. Si aiuta come può: tatuaggi, biglietti, foto..
Il suo unico obiettivo è trovare l'assassino della moglie e ucciderlo.
E sia chiaro che non parliamo di un giallo, in cui la trama ruota intorno alla ricerca dal colpevole e stop, qui si va ben oltre.
Parliamo invece di un film dove niente è quello che sembra. Cioè, lo è per un po', poi si va avanti..no, si va indietro..cioè si va avanti ma in realtà si va indietro, perchè andare indietro ti permette di andare avanti.
Si è capito?
Tu parti con le tue idee, poi te le stravolgono, poi te le ristravolgono di nuovo e alla fine capisci che avevi ragione tu ma non nel senso che intendevi tu.
Non è un film semplice.
Che poi sì invece, è semplice, semplicissimo. Ma ci vogliono due ore a capire che è semplicissimo.
E sono due ore complicate.
Due ore nelle quali ridi, sghignazzi, poi ripiombi in una valle di lacrime quando Lenny si gira nel letto e non trova la moglie, e SA di non trovarla ma ci stai male lo stesso perchè poi lui prende la macchina e 'non riesco a ricordarmi di dimenticarti' che chiunque sia un minimo umano è già lì coi fazzoletti.
Tutto questo apparente caos è difficile da tenere in piedi senza che le persone si facciano venire l'esaurimento e spengano il film. Ma si può, quando sei un cervelluto come Chris Nolan.
Ci sono due questioni a portare questo film a un livello che gli altri ciao.
Il cast è perfetto. Interpretazioni commoventi, intense, tutte quante. Non ne trovo uno che non mi sia piaciuto. Teddy, per dire. Interpretato da Joe Pantoliano. Personaggio che già di suo si rivela il più interessante, quello su cui si fa lavorare di più il cervello. Se poi lo dai in mano a un professionista che qui si rivela così capace, il gioco è fatto. Esce il capolavoro.
Ma poi quanto intrippano questi film in cui non capisci per chi devi fare il tifo, in cui ti si fonde il cervello nel tentativo di comprendere quale sia la verità, quale personaggio sia quello che ti sta fregando. Ma tanto, sia chiaro che nessuno lo capisce del tutto. Fino a che non è finito il film, e tutte le questioni sollevate si risolvono, si concludono. Anche se ovviamente si erano già concluse prima, è che a noi è dato saperlo solo alla fine.
Potrebbe essere un film come tanti, ma il fatto che la storia ci sia presentata esattamente come nei ricordi di Leonard lo rende talmente intenso, riflessivo, intimo, che una volta finito, il tuo cuore rimane lì. E non parlo di quella commozione facile come quando muore Charlie di Lost. Che già lì lacrime a non finire. Qui è proprio il dolore che si può toccare con mano. Alcune scene sono strazianti.
La conclusione è che nei geni della famiglia Nolan deve esserci qualcosa che noi non abbiamo.
O forse dipende da quello che gli dava da mangiare mamma Nolan.
(Lo so che con Inception ha riprovato a fare la magia. E Inception è un bel film, davvero. Ma qui siamo su un altro mondo, i paragoni sono impietosi.)
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