Quasi un anno fa, così scriveva Cimablu, per integrare un mio articolo sulle tradizioni perdute.
Cimablu era un’educatrice, una delicata poetessa che è rimasta nel cuore di tutti i lettori del blog, incantati dalla bellezza dei suoi versi.
Ora non c’è più, un’automobile assassina ce l’ha portata via il 22 maggio.
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Molte cose sono cambiate o perdute per sempre, ma per fortuna c’è la memoria dei nonni che tramandano ai loro nipotini usi e costumi di altri tempi e ci sono persone come te che riportano alla luce, attraverso scritti e ricerche il ”ciarpame degli avi”.
Se mi permetti, aggiungo qualcosa al tuo interessante elenco di cose perdute o dimenticate, sono tradizioni popolari che non fanno storia, ma che appartengono ai nostri padri e ai nostri avi.
Via Gesù Bambino con i regali per i bimbi buoni, via il presepe dalla sala da pranzo e avanti Babbo Natale, con il suo albero e la slitta colma di doni,
via le processioni con le belle statue di Santi o di Madonne, con stendardi colorati e bambini che sfilano vestiti da 1^ comunione e cantano: ”Oh che giorno beato il-ciel-c’ha-da-to… giorno di paradiso….
Via i Remigini e la farina lattea dalla scuola.
Via i funerali con Capitolo, orfanelle in divisa, poveri del ricovero in abito da cerimonia e corone di fiori che accompagnano il defunto all’ultima dimora.
Via i fiori, ma opere di bene, via i dolci tipici di ogni festa, ma dolci globalizzati.
Via la medaglietta sacra o il rosario d’argento come dono per la cresima, ma la play station o l’ultimo telefonino.
Via la verginità, non interessa più, lo stesso per la castità, non sanno neanche che cosa sia.
Via l’onestà e il timor di Dio.
Via la confessione, non si confessa più nessuno, siamo diventati tanto presuntosi e arroganti che ci auto assolviamo.
8 settembre 2012
Cimablu
Illustrazione tratta da Google immagini