Non solo sfondellamento solai: vulnerabilità non quantificabili numericamente

Creato il 15 aprile 2015 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Affrontiamo in questo articolo l’ultimo aspetto di questa breve rassegna sugli indicatori di rischio da tenere d’occhio nella manutenzione e gestione degli edifici, anche alla luce dei recentissimi eventi che hanno interessato un edificio scolastico a Ostuni, in Puglia.

Abbiamo prima affrontato quelli inerenti la  Verifica dei controsoffitti: indicatori di rischio per la manutenzione degli immobili  e successivamente quelli specifici relativi allo Sfondellamento e caduta intonaco nei solai: indicatori di rischio per la manutenzione degli immobili  ; proprio volendo individuare ed analizzare il rischio sfondellamento solai può nascere spontanea la domanda su come la normativa abbia inquadrato negli anni tale problema, faremo quindi di seguito un breve excursus tra le principali norme e linee guida disponibili, che hanno in vero toccato soprattutto la tematica, più ampia, delle Vulnerabilità Non Quantificabili Numericamente.

Si deve innanzitutto ricordare che nel 2009 (giugno) vengono pubblicate le Linee guida per la riduzione della vulnerabilità di elementi non strutturali arredi e impianti e sempre nel 2009 viene anche stipulata un’ Intesa istituzionale concernente indirizzi per prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di rischio connesse alla vulnerabilità di elementi non strutturali negli edifici scolastici indubbiamente due forti segnali di come sta crescendo la consapevolezza su tali tematiche (pochi mesi prima era avvenuto il purtroppo ben noto drammatico incidente nella scuola Darwin); nel frattempo nel 2008 (gennaio) erano anche state pubblicate le Nuove norme tecniche per costruzioni e nel successivo febbraio (2009) vide la luce la relativa Circolare esplicativa; in più parti del testo normativo (NTC e Circolare) si prevede la possibilità di riferirsi a testi…normative… metodi… di comprovata validità come riferimenti attendibili per valutare la sicurezza degli edifici: ma si deve osservare che, nello specifico, non viene trattato il tema del rischio sfondellamento solai… si parla però (sebbene in maniera piuttosto concisa) delle varie altre Vulnerabilità Non Quantificabili Numericamente, tra le quali però si ritiene dovrebbero inserirsi a pieno diritto, anche le valutazioni necessarie all’individuazione dei rischi legati allo sfondellamento dei solai.

Nella “Circolare 2009″ (C8A.9.) si ricorda che: «I danni causati dal terremoto ai componenti e ai sistemi non strutturali sono stati una fonte di grande preoccupazione per diversi decenni. Mentre ci sono stati notevoli miglioramenti nella risposta dei sistemi strutturali resistenti alle forze laterali, i terremoti hanno continuato a rivelare la poca attenzione prestata all’ancoraggio e al controventamento dei componenti e dei sistemi non strutturali. Persino nei casi in cui i terremoti hanno causato danni di piccola entità o addirittura nulli ai sistemi strutturali degli edifici, i componenti non strutturali hanno subito danni estesi, soprattutto a causa di un ancoraggio o controventamento impropri.»

(immagini tratte da Linee Guida 2009 – Protezione Civile)

Indicazioni maggiori, in generale sulle Vulnerabilità Non Quantificabili Numericamente, giungono dalle FEMA (Federal Emergency Management Agency “protezione civile” – U.S.A.) ma solo nelle “Linee guida per la riduzione della vulnerabilità di elementi non strutturali arredi e impianti” (2009 – Protezione Civile), per la prima volta, si fa espressamente riferimento al rischio distacco di pignatte; in tale documento si riportano anche altre importanti osservazioni legate ad esempio al rischio ribaltamento suppellettili ed arredi, alla caduta di scaffali se non correttamente vincolati ed ancorati o al rischio ribaltamento di facciate; ad oggi tale testo, nonostante il problema sia diffuso e molto insidioso, rimane l’unico e più avanzato documento che citi ed affronti (in maniera forse troppo sbrigativa) il rischio sfondellamento solai.

Un’ ultima riflessione può essere fatta anche rifacendosi al decreto legislativo 81/2008 che testualmente ricorda come: «le vie e le uscite di emergenza devono rimanere sgombre e consentire di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro», ciò sembra implicitamente sottolineare come tale rischio debba essere ben conosciuto ed affrontato in quanto, per la sua imprevedibilità e possibile estensione (ancor più in condizioni sismiche) può divenire effettivamente motivo di intralcio per le vie di fuga (si pensi solo ai corridoi di scuole ed ospedali).

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