Avevo un amico che si chiamava Michele Serra, poi si è rincoglionito
Sono andato via di casa a 19 anni pure io, dopo la maturità classica. Poi ho vissuto a Perugia, la capitale dell’eroina, evitando spacciatori, arrivisti, alcolismo e pilates.
Ho viaggiato da Erasmus, principalmente in Spagna, e anche io ho dormito e mangiato per terra, ché a volte il tavolo della cucina proprio non ci si poteva appoggiare. Ho girato da solo il Perù, il Cile e la Bolivia ma non me la sono menata così tanto. Semplicemente l’ho fatto. Poi ho passato i check point calabresi in via della Viola (Perugia) e una volta sono entrato nella pancia di una polacca di 21 anni.
Ho 29 anni, si potrebbe dire che sono una merda, ma è solo abitudine al puzzo. Ma ancora più di questo, sono sordo. Sono sordo perché ho sviluppato un enorme barriera alla fuffa, non leggo, non tocco, non sento la fuffa. Non credo nel futuro perché la vita mi ha insegnato che devi prenotare il campetto almeno due giorni prima e non trovi posto uguale.
Qundi è arrivato il giorno che ho rifiutato la discussione fuffa su tutto ciò che è fuffa: la politica fuffa, i giornalisti fuffa, la blogger fuffa, le lobby fuffa, le promesse fuffa, il lavoro fuffa, lo stipendio fuffa, il futuro fuffa.
E i colloqui non arrivano, e se arrivano cercavano un altro, si son sbagliati. E i manager nel corridoio rassicurano i dipendenti “no, non è questo quello che cercavamo, tranquilli”.
E allora ripenso che è quasi una fortuna essere diventati sordi, perché poi a pensare a tutti i miei amici che son rimasti a senti’ tutte ‘ste cazzate me pare brutto.
Io vado avanti per la mia strada, si potrebbe dire che sono ‘na merda.
E son pure sordo.