Magazine Diario personale

Non sono un Tom

Da Lea

Frequentavo un giovane asilo cittadino e avevo una massa informe di ricci neri e  un sogno: essere bionda con soffici capelli setosi legati da lucenti nastri rosa in due melliflui codini, come le bimbe dalla gonna svolazzanti e  camicina bianca che  vedevo alla messa della domenica. Non sono un Tom
Ma assomigliavo ad un bimbo, ero mingherlina, portavo i capelli corti,  le scarpette da ginnastica Diadora e avrei voluto urlare "Non sono ciò che pensate! Non vesto di rosa, non ho i lunghi capelli intrecciati, ma sono anche io una principessa", ma sembravo un funghetto  tra i fiori.  Un giorno di ottobre la maestra decise di far ricamare alle mamme il nostro nome sul bavaglino. Mia madre,  ricamò il breve nome del mio giovane fratello, così l'oggetto  avrebbe avuto più tempo per logorarsi e soddisfare la sua funzione.
Così affrontai gli altri bimbi  con un bavaglino che recava la scritta TOM ricamata con pesante filo rosso 
Quando mi sedetti a tavola, le compagne bionde cominciarono a ridere e io a  mordermi le guance a osservare la punta delle mie Diadora. "Ti chiami Tom, ti chiami Tom!" mi canzonarono. Ero un Tom? No ero io con un altro abito in prestito.  "Tom è mio fratello!" sospirai e avrei voluto sbattergli i miei fusilli al pomodoro in faccia ma sulle mie guance paonazze scorrevano solo due grossi lacrimoni.
Ma la mensa era il regno della  meravigliosa cuoca gigante, tanto flatulenta quanto sagace. Quella montagna vivente di odori di pasta fatta in casa, ragù di primizie, torte alle mele  mi chiamò a sè e mi abbracciò con le  braccia paffute che sapevano di quel risotto giallo  che ancora oggi ricordo con affetto. "Sai cosa diceva un vecchio poeta inglese?  Cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo.   Sai che significa? Che tu sei sempre una bellissima bambina, anche se ora porti un bavaglino con scritto Tom!" "Ma le principesse delle fiabe sono tutte bionde e non si chiamano Tom!" risposi io "Anche le principesse hanno dei nomi brutti, pensa a Raperonzolo o una che si chiama principessa-sul-pisello!  Poi c'è  una principessa bellissima coi capelli corti e neri,  si chiama Biancaneve!" E cominciai a sorridere e a vedere con occhi di piccola donna la bellezza tra le mille sfumature  delle discrepanze.
E grazie a quell'insegnamento luminoso che conservo nel baule dei ricordi ho cominciato a plasmare il mio carattere femminile.
E Shakespeare? Be  è diventato il mio mestiere. Non sono un Tom

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