Gli stregoni dell’eurozona sono preoccupati per una possibile esplosione dell’euro. Ma una miccetta non può deflagrare, al massimo emetterà un fischio certificando il suo completo fiasco. Poi tutti torneranno alle vecchie divise che non erano così strette e consentivano movimenti più ampi ed articolati per accordare l’economia alle esigenze politiche degli Stati. Tant’è vero che i tedeschi, meno sciocchi degli altri ma non più colpevoli come da recente vulgata, nell’evenienza che la moneta unica esali davvero l’ultimo respiro stanno già riesumando i marchi. Precauzione si dice a Berlino. La verità è che tutti ne hanno le tasche piene, non di euro ma dell’euro. Gli euroamatori ,che coincidono con i più sciocchi servitori della sovranità Usa, strillano e si strappano i capelli, come se fossimo all’ultima spiaggia continentale, eppure in quei luoghi dell’Unione dove la valuta europea non ha mai attraccato hanno ancora tutti i peli sulla testa e nemmeno un bernoccolo sul capo, nonostante finanziariamente siano più malconci di noi. Viceversa, sui nostri crani i bitorzoli non si contano per le mazzate ricevute dai mercati i quali, percuotendoci e scuotendoci, ci hanno imposto la linea e la dieta fino all’anoressia. Monti ha placato la finanza internazionale placcando e sbattendo al suolo lavoratori e pensionati, eppure per la stampa di sinistra egli è il nuovo Gesù venuto a portare redenzione finanziaria e morigeratezza istituzionale dopo la Sodoma di Silvio e la Gomorra di Berlusconi. Non moltiplicazione dei pani e dei pesci ma svuotamento dei panieri e ossi di seppia in faccia. Il neopremier cammina sulle acque del sostegno estero mentre noi andiamo letteralmente a fondo. La realtà è quindi un’altra. L’Italia è più malridotta di prima, proprio a causa della depressione industriale aggravata dall’(in)azione di governi che per piegarsi alle borse hanno lasciato andare alla deriva le politiche industriali e gli accordi mondiali con le potenze emergenti. Riporta l’ISTAT: a ottobre -0,9%, su anno -4,2%. Peggio di così si muore, ed infatti quest’onda ci travolgerà e periremo. La finanza certificherà il decesso del paziente, malato non di spread ma di codardia politica cronica e di sottomissione mondiale allo stadio terminale. Se l’euro diventerà la nostra lapide economica è solo perché noi ci siamo scavati una grossa fossa politica. Non steli ma stele per chi ha meritato di sprofondare sottoterra.
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