La coda alle poste, al supermercato, in banca: sono molte le occasioni in cui si è a contatto con la gente, in cui si apprezza l'ipnosi in cui vivacchia il popolo. Li senti lamentarsi e ti mordi la lingua per evitare discussioni, perché è troppo difficile scalfire la corazza di qualunquismo e ignoranza di cui è rivestito l'italiano medio. Ma è arrivato il momento di smetterla, di vincere l'eventuale timidezza e ribattere. Ormai l'abbiamo capito, nessuna manifestazione di piazza cambierà lo stato delle cose, ma soltanto una presa di coscienza, e per tentare di conquistarla bisogna parlare, avere il coraggio di uscire dal guscio e a volte rischiare qualche insulto. È difficile, soprattutto per una persona timida come me, ma credo che in questo momento sia il dovere di ogni cittadino di buona volontà, perché se non proviamo a cambiare qualcosa adesso, qualcuno lo farà al posto nostro con mezzi molto meno gentili, e non credo resti molto tempo.
Per cui, quando qualcuno arriverà alla cassa del cinema e si lamenterà dell'aumento del biglietto, voi ditegli di chi è la colpa. Tentate di spiegargli. E chissà, qualcuno nella quantità magari si ricorderà delle vostre parole. È un gesto piccolo, piccolissimo, ma in questo paese anche le cose più semplici possono sembrare rivoluzionarie.