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(tabloid periodico di informazione e aggiornamento professionale di Italchile – Numero 4/Primavera 2012)
NON TESTATO SU ANIMALI: E’ LEGGE, NON USIAMOLO A FINI DI MARKETING
Continua a far presa, ovviamente, sul buon cuore del consumatore; e continua ad essere usato come strumento sottile di marketing “emozionale”. Ma l’inganno c’è e una azienda che pone invece al primo gradino di un buon marketing una “trasparenza” vera (vorremmo quasi dire “etica”) nel rapporto con la propria clientela, ha l’obbligo di far chiarezza in proposito.
Parliamo, l’avrete già capito, della dicitura – espressa nelle forme più varie – che vanta come claim sulla confezione del cosmetico l’assenza di test su animali. Dal vecchio e tuttora riaffiorante “non testato su animali” alle più ellittiche definizioni “stop ai test su animali” accompagnate magari da qualche logo e sigla di compiacenti enti certificatori, la tentazione di chi vende cosmetici di speculare su una relativa disinformazione in materia e utilizzare a fini commerciali un falso criterio di disintinzione è ricorrente e va stigmatizzato.
Ed è ricorrente, come forse ovvio, sopratutto quando in oggetto sono cosmetici naturali o pseudo-naturali, e sopratutto quando sono distribuiti in erboristeria e nei canali del “naturale”.
In realtà, come ricordano da tempo sia le associazioni dell’industria come Unipro e come lo stesso Ente nazionale per la protezione degli animali (ENPA) ha sottolineato, entrambe le normatie, quella europea e quella italiana, dal 2004 hanno vietato la pratica dei test su animali nei prodotti finiti (che peraltro erano stati nella sostanza abbandonati dall’industria cosmetica sin dagli anni ’80). Ulteriore passo in avanti, dal marzo 2009 sono vietati in tutta Europa i test su animali per scopi cosmetici: nessun animale è più utilizzato per effettuare test di sicurezza relativi a ingredienti cosmetici. Dalla stessa data è vietato vendere in Europa cosmetici che contengono ingredienti testati su animali, al di fuori dell’Europa comunitaria, dopo il marzo 2009. Questo divieto esclude, ad oggi, solo alcuni studi di tossicità a lungo termine molto complessi, che riguardano i rischi più elevati per la salute e che saranno permessi fino al mese di marzo 2013 (ma non parliamo ovviamente di ingredienti classici della cosmesi “naturale”).
Entro quest’anno, la Commissione europea dovrà fare una relazione al Parlamento e al Consiglio europeo sullo stato di avanzamento dei metodi alternativi che possano definitivamente sostituire questi test più complessi, garantendo, al contempo, la massima sicurezza dei consumatori.
Insomma, lasciamo in pace i poveri coniglietti, e portiamo il confronto commerciale dei prodotti sui reali punti di distinzione: cosa c’è nella formula, cosa invece rimane fuori, quanto c’è di bio, quali le evidenze della loro funzionalità.
Tagged: attualità, cosmesi naturali, non testato su animali