lussato fino all'anima
il mio fervore si inerpica sulle tavole d'ebano
che compongono il mio miglior suicidio
le mie mani fino a ieri sconvolte
si fanno acqua e fuoco
diventano i marchi del mio volere
Non ti dico ti amo
per farti partecipe
ma per maledire un sogno che non sa volere
una sensazione mal celata
dietro paure senza rupi da salire
Sinagoghe e chiese
dove nessuno prega
che non se stesso
ritualismi da manuale
dita che affondano all'unisono
schiantandosi nel mondo
come meteore di spalle
Questo accade ogni volta che dico ti amo
volontario al mio marciare
verso l'abisso di me stesso
verso il lato piu' chiaro del mio ripostiglio
laddove i gesti sono correnti ghiacciate
per scaldare sguardi
chiudimi pure in un illusione
evadero' ogni istante
dicendoti ti amo