Magazine Cultura
Impegnarsi per essere naturali è già una sconfitta.
Il coraggio non dimorava più tra noi. Il coraggio, Angela, appartiene agli amori nuovi, gli amori vecchi sono sempre un po' vili.
Non posso fingere di non sapere quanto la volontà di un ottimo chirurgo sia ininfluente rispetto al compiersi di un destino. Le braccia di un uomo sono ferme alla terra, figlia mia, Dio, se c'è, è alle nostre spalle.
«Non possiamo vivere di paure, dobbiamo lasciarla crescere».
La sera dopo cenavo con Manlio in una di quelle trattorie del centro con i tavoli all'aperto che traballano sul selciato e devi chinarti a sistemare la zeppa sotto la gamba giusta, poi ti rialzi e ti accorgi che traballa da un altro verso, esattamente come la vita.
Il corpo può amare ciò che la mente disprezza?
Gli amori nuovi sono pieni di paure, Angela, non hanno un posto nel mondo e non hanno capolinea.
«Non mi prendere mai sul serio quando ti dico di lasciarmi. Tienimi, ti prego, tienimi. Vieni quando ti pare, una volta al mese, una volta all'anno, ma tienimi...».
E adesso sapevo che non ero cambiato, che ero sempre lo stesso, e che forse non si cambia, Angela, semplicemente ci si adatta.
Il vento trascina lontano tutto ciò che credevo di volere. Sono un disgraziato a spasso nella vita.
Come puoi vedere il fondo dell'acqua se non smetti di turbare la sua superficie?
Tutti hanno un passato scordato che danza alle spalle. Ora ti guardo e so cosa mi stai insegnando. M'insegni che i peccati si pagano, forse non vale per tutti, ma vale per noi. Perché insieme a quel figlio abbiamo raschiato via noi stessi.
Il tempo lavora così, Angela, con sistematica gradualità. Un invisibile ma implacabile movimento ci usura. La trama dei tessuti si allenta e si riassesta sul telaio delle ossa, e un giorno, senza che nessuno ti abbia avvisato, indossi la faccia di tuo padre.
Ero felice, non ci si accorge mai di esserlo, Angela, e mi chiesi perché l'assimilazione di un sentimento così benevolo ci trovi sempre impreparati, sbadati, tanto che conosciamo solo la nostalgia della felicità, o la sua perenne attesa.
Chi ti ama c'è sempre, Angela, c'è prima di conoscerti, c'è prima di te.
♥ I miei scarabocchi su "Non ti muovere", Margaret Mazzantini
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