Entro in casa e ho un attimo di smarrimento. Dov’è finito il mio divano? E che cos’è tutta quella roba ammassata al centro soggiorno? Dove sono le sedie su cui facevo i miei pisolini? Mi sento disorientato, non capisco che sta succedendo. Ho forse sbagliato casa?
Miao. Non risponde nessuno. Miaooo. Ancora niente. Miaooooooooooooo. Stavolta urlo talmente forte che qualcuno dovrà pur sentirmi.
Ah ecco, la mia umana mi chiama. Il suo tono è rassicurante ma ancora non capisco che succede. Mi aggiro per la stanza in cerca delle vecchie cose ma del divano neppure l’ombra. Attraverso una tenda. La mia umana lo chiama cellofan ma a me toglie il respiro. Toh, ci sono il tavolo e le sedie, ma non ho proprio intenzione di dormire qua sotto. Che credi umana?
Miaooooooooooo. Questo gioco non è per niente divertente. Mi chiamano ancora, ma io non voglio uscire dal mio nascondiglio. Ho paura.
Miaooooooo. Ormai il mio è un lamento. L’umana non mi vede in tutta questa confusione. Sembra preoccupata per me. Mi affaccio.
Miaooooo. Stavolta sono felice di vederla. Mi prende tra le sue braccia morbide e mi accarezza sotto il mento. Non so resistere. Poi mi parla con la sua vocina dolce: «Piccolo – mi dice – non è successo niente, questa è sempre casa tua. Abbiamo spostato tutto perché stiamo ritinteggiando le pareti ma presto riavrai il tuo divano».
Beh adesso va già meglio, ma io ancora non mi ci ritrovo. Ritinteggiare… che significherà mai? Ah si, stanno stendendo nuovo colore sui muri. Ma come umana, non ti piacevano le mie zampette sulle pareti?