Gli stipendi cancellati dal referendum di giorno sono tornati aumentati col voto notturno.
Quindi i consiglieri regionali della Sardegna hanno lavorato gratis solo per 20 giorni, cioè dal 25 maggio scorso, quando è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Sardegna, l'esito dei referendum del 6 maggio scorso, tra i quali quello che abrogava l'indennità di consigliere regionale. Ma da mercoledì a tarda sera si sono «riassegnati» lo stipendio grazie ad un emendamento. [..]
L'emendamento assegna ai consiglieri regionali le indennità di base attribuite nel 2003, che era pari a circa 9.263 euro (secondo dettagliate fonti di stampa dell'epoca), mentre la cifra del 2011 era di 9.023 euro. I tagli dichiarati, invece, riguarda l'indennità di carica riconosciuta a partire dai vicepresidenti di commissione fino alla presidenza del Consiglio regionale (-30%), la diaria (-20%) e i contributi ai gruppi (-20%). La norma, approvata nella notte all'unanimità, non tocca, per esempio, le spese di segreteria e cancelleria, quelle per i cosiddetti «portaborse», confermate a 3.352 euro. La cifra è rimasta la stessa dal 2003 a ora. A conti fatti, i consiglieri regionali non dovranno sostenere particolari «sacrifici», come dimostra il confronto fra gli importi del 2003 e quelli attuali.
Come si fa a parlare ancora di democrazia compiuta? Il referendum sull'acqua non è stato applicato (e a Roma si sta privatizzando il servizio idrico). Monti dismetterà i beni pubblici locali. Le firme per fare il referendum sulla legge elettorale sono state cestinate, e la "porcata" è ancora lì. Le firme raccolte da Grillo sul palarmento pulito sono rimaste nei cassetti del Senato (di Schifani).