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Non tutti i funghi vanno bene per il risotto

Creato il 28 marzo 2011 da Ilgrandemarziano
Non tutti i funghi vanno bene per il risottoDunque partiamo dal presupposto che in ballo ci sia l'Energia. E basta. Quindi sfrondiamo (utopisticamente) la faccenda dalle tentacolari e appiccicose appendici affaristiche e demagogiche. Il mondo ha bisogno di energia sotto forma di elettricità. E ne vuole sempre di più. Bisogna alimentare schermi al plasma in 3D, home theater 5.1, blu ray disc player, HD recorder e decoder assortiti. Ci sono chili di batterie da ricaricare in continuazione: tablet touchscreen, cellulari smartphone, netbook ultralight, e-book wi-fi, console multiplayer, vibratori wireless e rasoi rigorosamente ad hoc per i peli del naso, del pizzetto, di cosce e polpacci, del petto e del pube. Bisogna accendere il robot da cucina per friggere l'aria, azionare il condizionatore per il comfort dei canarini, e far andare il tapis roulant per la passeggiata serale del cane. Per non parlare della poltrona massaggiante simil-shiatsu, delle luci alogene cangianti coi colori della cromoterapia ayurvedica, della sveglia graduale per un rebirthing senza fine, il diffusore di aromi ambientali alle essenze orientali (alternate ogni tre minuti taoiste/shintoiste/buddhiste/zen/taoiste/shintoiste/buddhiste/zen...) come pure della caffettiera di Clooney, della gelatiera di Springsteen, della bistecchiera di Madonna e della panettiera di Batman. Prese, ciabatte e prolunghe che si moltiplicano per mitosi. Da un lato il tuo comfort e il tuo benessere [musica ambient, lounge, pseudo new age], dall'altro turbine che ci devono dare dentro. E in mezzo una teoria sterminata di centri commerciali, come i punti di una matrice che definisce l'essenza più intima della realtà.
A parte attraverso la fissione nucleare, attualmente esistono diversi metodi "industriali" collaudati per produrre energia elettrica. Innanzitutto ci sono le centrali a combustibili fossili, che sono attualmente la maggioranza in Italia (circa il 77/78% della produzione complessiva, il più delle quali ormai a gas naturale). Poi ci sono quelle da fonti rinnovabili, ovvero le idroelettriche, le geotermiche, l'eolico e il solare - in ordine decrescente di percentuale - che pesano complessivamente per circa il restante 22/23% della produzione. Infine la si può importare dall'estero e l'Italia lo fa in una certa misura a un determinato costo (non ho dati sotto mano). Naturalmente è più che comprensibile che un'analisi complessiva del settore sia assai complicata in quanto deve tenere conto come minimo dei tempi/costi di realizzazione degli impianti, e dei tempi/costi di esercizio dei medesimi, per ciascun chilowattora immesso sulla rete. E a questo punto sul piatto della bilancia oltre alla sicurezza ambientale che costituisce un aggravante per il nucleare (ma non fa sorridere nemmeno nelle centrali a combustibili fossili), sul piatto della bilancia bisogna mettere anche il prezzo legato alla rinnovabilità delle fonti sul lungo periodo. Perché se da un lato anche le tradizionali centrali a combustibili sono penalizzate da scorie e inquinamento, allo stesso modo si avvalgono di fonti esauribili e che (nel caso dell'Italia) vanno per lo più approvvigionate all'estero.
Non tutti i funghi vanno bene per il risottoDi fronte a questo scenario, fitto e intricato come un gomitolo dato in pasto a un gatto troppo esuberante, si deve ancora considerare un ultimo fattore: cosa succederà in futuro? Quali sono le stime di richiesta dell'energia nei prossimi anni? Ebbene, se questo che sto per dire vale qualcosa, la più recente versione della normativa elettrica di settore del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI 64-8 V3) prevede che in unità abitative di superficie superiore ai 75 metri quadrati gli impianti elettrici dovranno essere dimensionati in modo da poter stipulare contratti con i venditori di energia per potenze impegnate fino a 6kW, il che significa il doppio dell'attuale. Energia elettrica significa utilizzatori, utilizzatori significa dispositivi elettrici, dispositivi elettrici significa mercato e mercato significa economia. In altre parole la norma traduce in cifre quella che sembra la previsione di una tendenza in cui gli utenti compreranno sempre più diavolerie che avranno bisogno di essere alimentate/ricaricate. Eccolo dunque il trend, in una predisposizione di raddoppio della potenza elettrica resa disponibile agli utenti. E se per ora c'è ancora la discriminazione dalla superficie complessiva dell'abitazione, c'è da scommettere che non ci vorrà molto prima che i 6kW verranno applicati a tutti, con piena soddisfazione dei centri commerciali aperti domenica e festivi, e delle società di prodotti finanziari pronte a servire su un piatto d'argento un finto tassozero per ogni esigenza. Così, in fin dei conti è questo che si deve mettere sul piatto del fabbisogno energetico, non perdetelo di vista.
/continua (mercoledì)
[Credits: la foto dei tralicci è (c) di Paolo Margari]

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