(non) Tutti i nomi

Creato il 14 maggio 2015 da Hermosa @DeOrnatuMulieru
Questo è forse il post più difficile che abbia mai scritto finora, che nasce da questo mio stato pubblicato sulla pagina Facebook la scorsa settimana. 

Molte di voi mi hanno chiesto i nomi. E io lì per lì ho anche detto di sì, che li avrei fatti. Poi ci ho riflettuto meglio e no, non voglio farlo. Non perchè abbia paura. Ma perchè io ho sempre condannato la pubblica gogna, l'atteggiamento da "la gggente deve sapere" e gli sputtanamenti feroci (scusate il termine poco fine. Ma di questo si tratta e le cose vanno chiamate con il loro nome). E  poi mi sono ricordata di una di quelle quotes che tanto girano in rete, di essere gentile con chiunque incontri, perchè ognuno combatte la sua battaglia. Ecco. Io, quali siano le battaglie che combattono quelle ragazze che hanno accettato di pubblicare un post sponsorizzato- che aveva regole ben precise di condivisione, inserimento di vari # e video e richiedeva espressamente, su richiesta del cliente (che, vi assicuro, non è un pincopallo qualsiasi del mondo della cosmetica) di non citare la piattaforma di buzz che lo proponeva e pagava, non lo so. Quindi i nomi non li farò. Il pollaio online, che vede Tizia accusare Caia e Sempronia pubblicare printscreen per accusare entrambe, non mi avrà. Ma resta il punto: c'è una piattaforma di buzz on line che paga per pubblicare post che hanno, come condizione obbligatoria, quello di non dire di essere sponsorizzati da loro. Quanto quei post siano scorretti, manipolati e squalificanti per chi li propone e per chi li accetta dovrebbe essere chiaro a tutti. Invece no, a quanto pare. Invece, mentre noi qui ridiamo e scherziamo, c'è gente là fuori che ancora crede che pratiche come queste siano ammissibili. Pratiche che, se io fossi il brand multinazionale che le ha proposte, mi vergognerei anche solo si potessero vagamente associare al mio nome. E invece eccola lì, la catena di geni del Social Media: quello che alla casa madre pensa "paghiamo le blogger, ma facciamo come se fosse spontaneo il post", quello della piattaforma che accetta tutto felice di mettere in evidenza che la campagna a cui ti invita a partecipare NON deve contenere riferimenti alla piattaforma e, ultima ma non ultima, quella/o che accetta di spacciare come suoi contenuti preconfezionati da altri. Sono stata invitata a partecipare a 1 campagna su prodotti cosmetici da quando sono iscritta a quella piattaforma. Le altre 5 riguardavano argomenti vari come sport, auto, alimentazione. Avevano una sola cosa in comune: l'esplicita richiesta, evidenziata in rosso in testa al "brief" di non citare mai la piattaforma nè di dire che il post era sponsorizzato. 
E ora qui io dovrei dirvi il nome della piattaforma, e nemmeno questo vi dirò. Qui sì perchè ho altro nella vita da fare che rispondere a lettere di legali e perchè ho accettato un regolamento iscrivendomi a quella piattaforma. E io, a differenza di lor signori, le regole le rispetto.  Ma vi so molto più intelligenti di quanto loro credano: so che noterete, se mai foste così sfortunate da aver mal riposto la vostra fiducia in alcune di quelle che hanno accettato queste campagne, la banalità e ripetitività dei contenuti, la totale assenza di opinione personale. So che capirete che siete di fronte a una marchetta della peggior specie. So che non vi sfuggirà l'improvviso fiorire di post spontanei su un dato tema, con gli stessi #, nello stesso periodo. Quindi no, non fido di quella piattaforma. Non scrivo per loro e i loro nomi non li cito. Mi fido di chi mi legge. Voi siete i nomi che posso citare, uno per uno, senza vergogna. 

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