La Champions, invece, mi interessa ancora. Non come un tempo, ma gli scontri diretti continuano a piacermi.
L’ho scritto più e più volte, da queste parti: “Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica”.
Eppure (eppure) ci sono ancora due manifestazioni che tirano fuori l’hooligan che c’è in me.
Il campionato Europeo.
E, naturalmente, Il Mondiale.
E anche per il Mondiale brasiliano sono già in fervente attesa.
Come cantavano gli 883, “Io ci sarò”.
Gli ultimi articoli a tema “puramente” calcistico, esclusi alcune Top 5, sono stati proprio due post (QUESTO e QUESTO) su Euro 2012. Non posso farci nulla, le manifestazioni internazionali mi piacciono troppo.
Sarà che comunque il calcio, nonostante tutto, è nel mio (e nel vostro) DNA, sarà che fino ai 23/24 anni sono stato un fedele appassionato del Dio Pallone, ma quando partono gli inni nazionali, nel corso delle partite degli Azzurri, partono anche i miei “VAFFANCULOCAZZOGIOCATESEGNATEVINCETECAZZOVAFFANCULO”.
Sono già entrato nel mood con la mediocre partita di sabato scorso contro l’Irlanda.
Sono già volati i primi “VAFFANCULOCAZZOGIOCATESEGNATEVINCETECAZZOVAFFANCULO”.
E va bene così.
Divento peggio del dottor Hooligan...
Non ho particolari aspettative nei confronti della nostra Italia. Se ci facciamo gli ottavi col Giappone, è probabile che usciamo fuori ai quarti con la Spagna.
E ci sta.
Eccezion fatta per Buffon, De Rossi e Pirlo, che hanno anche un’esperienza e una caratura internazionale di alto livello, la nostra squadra non brilla per campioni o fuoriclasse.
E a ben vedere, la situazione è molto simile anche per le altre squadre (tranne forse la Spagna).
Sono finiti i tempi in cui le Nazionali erano piene zeppe di ipercampioni e iperfuoriclasse.
Sono finiti i tempi in cui scendeva in campo il Brasile che schierava in contemporanea gente come Cafù, Ronaldo, Emerson, Rivaldo, Ronaldino, Kakà e Adriano. O l’Italia di Maldini-Nesta-Cannavaro-Totti-Vieri. O la Francia di Zidane-Henry-Trezeguet. O (metti squadroni dalla metà degli anni 90 fino allo scorso mondiale).
Ah, caro Trap, se avessi portato Baggio...
Anche se è vero che i nomi (i grandi nomi) in un mondiale contano relativamente.
Perché (per quanto ci riguarda) se andate a vedere le rose degli Azzurri dal 90 al 2006, l’Italia di Lippi campione del Mondo era sicuramente più scarsa di quella del 98, del 94 e del 90. Per non parlare di quella pompatissima del 2002 (ah, e ci credevamo tantissimo, con quella nazionale del 2002).
Eccezion fatta per il Brasile nel ’70 (oggettivamente la più forte nazionale di calcio di tutti i tempi), le squadre favorite per il titolo causa “grandi nomi” finiscono per non vincere mai un Mondiale.
Best nazionale evah
Perché è vero che conta la bravura: ma a vedere un po’ di mondiali (ed europei) ho capito che conta (anche tanto) una gran botta di culo.
E quindi chissà: magari quest’Italia (molto) operaia (chiamiamola così) non sarà fatta di campioni.
Però hai visto mai, la botta di culo…
In ogni caso, di nuovo, sarò, come ogni 4 anni, a seguire la Nazionale. E proprio come per Corea/Giappone 2002, ad orari molto improbabili (ricordo che all’epoca ero al liceo, e per seguire le partite che si svolgevano alle 11 del mattino mi portavo la radiolina con gli auricolari – e fottisega dei professori, il Mondiale è il Mondiale).
Perché il Mondiale mi piace.
Perché il Mondiale mi diverte.
Perché il Mondiale tira fuori l’hooligan che c’è in me.
E voi? Li seguirete?