Magazine Pari Opportunità

Non voglio i tuoi saluti, non voglio i tuoi complimenti…

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Torna l’estate e nelle zone di mare qualche villeggiante del fine settimana è già arrivato.

Arrivano i turisti, le serate spensierate con gli amici, ma arrivano anche le continue e pedanti molestie verbali che , forse a causa di qualche centimetro di pelle in più in vista, non lasciano tregua a chi vuole semplicemente passeggiare e scambiare una chiacchiera con la propria amica.

L’altra sera è stata per l’appunto una serata di queste: commenti volgari, ragazzi che seduti sui muretti non esitavano a guardarti come se fossi nuda e a sussurrare seducenti  saluti osceni.

In meno di due ore sono stata invitata da perfetti sconosciuti  mai visti in vita mia ad uscire con loro, ad andare ad un festino sulla spiaggia e sono riuscita persino ad ottenere un invito per il parco acquatico.

Il modus operandi è sempre il solito( ampiamente discusso in La religione fallocentrica dell’ominide odierno) : vedi in lontananza un gruppo di ragazzi sghignazzanti, tu continui a passeggiare per i fatti tuoi senza dare confidenza, che diamine! La strada è pur sempre un luogo pubblico e di gente che passeggia ce n’è a bizzeffe , arrivi nel loro raggio d’azione e ti arriva il commento idiota da parte di uno dei membri  (uno solo, probabilmente fanno a turno) seguito dalle risate fragorose di tutta la cricca.

Nella stragrande maggioranza dei casi il commento non parte perché l’angelo cupido ha scoccato la sua freccia, parte con uno specifico scopo: far ridere gli amici e di conseguenza per molestare ed infastidire chi non vorrebbe tutto questo, chi si sente a disagio in queste situazioni.

La molestia verbale diventa così un passatempo , in molti si sentono autorizzati ad esprimere ad alta voce commenti e giudizi e a volte capita che nel momento in cui rispondi infastidita,  i commenti vengano seguiti da vere e proprie ingiurie “oh Femmina! Come hai osato sfidare il maschio alfa!?”.

Solitamente se esco con un gruppo misto di persone tutto ciò non accade, forse l’ominide ha paura di poter incorrere nelle escandescenze dei ragazzi del gruppo. Ma noi donne possiamo sempre uscire con le guardie del corpo? Perché non possiamo essere libere di passeggiare senza essere insultate e molestate?

Tempo fa mi capitò un altro episodio simile, camminavo per strada  quando un uomo,abbastanza grande di età rispetto a me, venendomi incontro mi sussurrò : “sei bellissima!” quel giorno non sono riuscita a contenere la mia rabbia ed ho espresso anche io ad alta voce quello che pensavo sul suo comportamento, guardandomi con aria innocente mi rispose di rimando: “ ma ti ho fatto un complimento, cosa ho fatto di male?” e scappò via come un ladro poiché era pieno giorno e quel tratto di strada abbastanza frequentato.

“MA TI HO FATTO UN COMPLIMENTO, COSA HO FATTO DI MALE?”

I commenti, i giudizi, esprimere la propria opinione ad alta voce ad una ragazza che cammina per  strada non significa fare un complimento significa fare una molestia verbale.

La cultura misogina e patriarcale fomentano ed incitano questi comportamenti, che vengono a volte anche visti come un qualcosa di ludico, aiutati anche dal contesto sociale nel quale viviamo. Ricordiamo infatti che l’Italia, oltre ad essere un paese profondamente sessista, rappresenta anche un luogo dove vige l’incoerenza, dove esiste gente che etichetta come eticamente e moralmente sbagliato le unioni gay ma magari passa le sere a guardare porno a tematica omosessuale. Dove si decanta la libertà ma esistono gli obiettori di coscienza. Dove nel momento in cui una donna è libera, ha successo nella vita, ha un lavoro ben pagato, ha delle idee in cui crede e non si sente sottomessa al potere maschile viene etichettata come troia. Le molestie verbali, perciò in un contesto del genere, a volte sono viste come un qualcosa di innocente, un comportamento da giocherellone.

Un gioco stupido che causa non poca paura: questo inverno ero in un locale con delle mie amiche, mi allontanai per andare in bagno; come mi chiusi dentro sentii entrare dei ragazzi,essendo il bagno in comune non pensai a nulla di male fin quando non iniziarono a fare rumore e a sbattere i pugni contro la porta gridando “è occupato? è occupato?”  se ne andarono sghignazzando solo nel momento in cui mi misi ad urlare. Loro ridevano, avevano fatto lo scherzetto alla povera malcapitata di turno, avevano ottenuto qualcosa da raccontare con chissà quale vanto agli amici, io invece passai un quarto d’ora chiusa nel bagno con la paura che mi stessero aspettando fuori e senza poter chiamare nessuno in quanto non avevo un cellulare con me. Non potei neanche denunciare l’accaduto al proprietario del locale poiché non sapevo chi fossero i tipi in questione. La cosa che più mi ha lasciato sconvolta è che nessuno è entrato per vedere cosa stesse succedendo, come non si riescono a sentire delle urla?  Spesso oltre a dover subire molestie di vario tipo si è anche costretti a fare i conti con l‘indifferenza della gente, e non poche volte capita che il passante di turno più che guardare il molestatore cerca di trovare cosa non vada nella ragazza molestata: un abito troppo succinto, una minigonna, una canottiera aderente, tacchi alti ecc ecc… colpevolizzando la vittima a causa del suo vestiario dimenticando che  l’abbigliamento di una donna non rappresenta  l’autorizzazione ad essere insultate.

Di storie del genere purtroppo ce ne sono tante, e per fortuna c’è chi ha capito la gravità della situazione creando un movimento mondiale chiamato Hollaback! di cui si è già parlato: I fischi usateli con i cani: contro le molestie in strada; visitando la pagina italiana (link qui) potrete trovare numerose testimonianze di donne che hanno subito queste, ma  purtroppo anche peggiori, angherie. Inoltre esistono registe che per fortuna traggono spunto da queste situazioni  per denunciare una problematica che troppo spesso viene sottovalutata e considerata banale:

“D….e”: un corto che parla di molestie in strada, realizzato da una regista italiana. Un video d’impatto con un finale a sorpresa, una carrellata sui ‘complimenti’ che le donne hanno sentito almeno una volta nella loro vita.

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