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Non voterò mai per chi…

Creato il 28 aprile 2014 da Patuasia

Cari Manuel, Luca e Andrea,

Il teatrino di piazza Deffeyes vi sta sottraendo visibilità , e l’indifferenza per la vostra fatica di candidati europei dimostra che, per Union e Sa, il mondo finisce a Pont St Martin. I soliti localisti ottusi. Per capire chi di voi votare, ho qualche pubblica richiesta da rivolgervi. Non voterò mai chi usa la locuzione “popolo valdostano”. E’ un sintomo di acquiescenza alla sub-cultura leghista e alla prosopopea micro-nazionalista. La dizione corretta è : “collegio elettorale valdostano, grande come un kilometro di corso Giulio Cesare a Torino”. In politica bisogna avere senso della misura e delle proporzioni, in economia e in ginnastica da camera le dimensioni contano, come dissero Einaudi e Rocco Siffredi… Sennò continuiamo a cianciare del Granducato di Chivasso e del Principato di Ivrea, ma il carnevale identitario leghista ed unionista dovrebbe essere finito. Non ha fatto abbastanza danni?

Non voterò mai per chi parla di “ diritti della montagna, interessi della montagna”: i diritti riguardano i cittadini e le persone, non i territori.
Son stati i nazi a parlare per primi di “diritti della Germania”. Guarda caso, chi declama e reclama i diritti del territorio, non rispetta mai i diritti dei cittadini che lo abitano. La Vda in questo campo è maestra insuperata: qui i cittadini sono sudditi tribali. Allora ci sono i diritti marini? Quelli collinari e quelli di pianura? E chi rappresenterà i problemi della battigia, quella che Mussolini (gnurànt..) chiamò erroneamente “ bagnasciuga”?

Non voterò mai chi abusa del latinorum per ingannare e manipolare gli elettori: Fiscal compact, spending revue, job act, réunir, réussir, renaissance, friandises, betises et sottises. Non voterò mai chi usa il termine “identitario”: le identità delle persone, delle nazioni, delle leggi, delle consuetudini sono dinamiche e destinate a cambiare rapidamente. La concezione del “comune senso del pudore” di oggi è diversa da quella di 50 anni or sono. Dunque perchè marmorizzare le identità?

Non voterò mai per chi vuole una società escludente, ma includente: non mi interessa la festa degli immigrati valdostani a Parigi, vicenda felicemente conclusa negli anni ’50 con l’acquisizione della cittadinanza della Marianna , ma quella degli immigrati di oggi in Vda, ancora esclusi da ogni diritto di cittadinanza. Voterò chi mi proporrà un’università valdostana che insegni lingue orientali, arabo e cinese, più inglese e russo ( o spagnolo). Basta usare il francese come sbarramento per le assunzioni pubbliche (altrochè merito e pari opportunità…) e per marcare il territorio, neanche fosse il piscio dei gatti. Non voterò mai per chi parla di “rispetto per le differenze” e poi è contario ai Pacs, ai matrimoni gay, alla fecondazione eterologa e allo ius soli: per i valdostani localisti l’unica diversità da proteggere è la loro.
Non voterò chi per chi parla di “un’Europa che rispetti le differenze”, ma solo chi si batterà per il concetto opposto, quello di “Europa che necessita di uguaglianze”. Il ventennio neo-liberista è stato l’esaltazione delle differenze: sociali, economiche, di classe. Così adesso i nostri figli e nipoti possono parlare in basco e sanno tutto sul formaggio galiziano, ma non avranno né lavoro, né pensione, solo precarietà: cittadini della gleba. (roberto mancini)


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