Ad un lettore del Messaggero che nella sua rubrica “a tu per tu” si dichiara di sinistra e chiede a lui - “che non voterà mai per il centrosinistra poichè si sente un uomo di destra”- “se non vota oppure, tappandosi il naso, vota per il partito di Berlusconi come il suo maestro Montanelli faceva con la Dc”, così gli risponde Roberto Gervaso: « …lei è di sinistra, e non sarò certo io a farle cambiare idea. Se non ci sono riusciti Bersani, Veltroni, D’Alema e compagni, si figuri se ci riuscirei io…. I suoi beniamini sono tutti, e sottolineo tutti, spacciati. Se vogliono rendere un utile servizio alla Sinistra, alla Patria, alla Famiglia, alla Società, farebbero bene ad andarsene a casa, se, pagata l’Imu, ne hanno ancora una. La stessa cosa dovrebbero fare i miei idoli di Destra, di questa Destra, che non è destra, ma una pappa col pomodoro, non meno indigesta della ribollita democratica. Oggi in Europa, c’è una sola Sinistra: quella socialdemocratica, e una sola Destra quella liberale e liberista. Chi nel Belpaese, si fregia di questa o di quella etichetta, è un impostore… questa Sinistra ha fatto il suo tempo, dopo aver inquinato il nostro. Non la vogliamo più vedere né sentire. Come non vogliamo più vedere né sentire la Destra che confonde Cavour con una nota piazza cittadina… Via e fuori tutto questo reliquario, questi zombi, come Grillo ha definito la vecchia classe dirigente, migliore soltanto di quella che lui vorrebbe allogare sui banchi di Montecitorio. E veniamo al mio voto, o piuttosto ai miei voti. Finchè Giorgio Almirante è stato in serpa al Msi-Dn ho votato per lui. Era un fior di leader, uno straordinario oratore. Quando ha lasciato la segreteria a Fini, sono passato ai liberali, fino alla loro estinzione. Poi è sceso nell’arengo politico Berlusconi, vecchio amico, e a lui nel 1994 andò il suffragio mio e di mia moglie. Idem nel 2001. Dopodichè, deluso da tutti, non volendo e non potendo passare al nemico, cominciai a disertare le urne. Che in un solo caso riavrebbero la mia scheda: se Monti fondasse un partito.»
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Ad un lettore del Messaggero che nella sua rubrica “a tu per tu” si dichiara di sinistra e chiede a lui - “che non voterà mai per il centrosinistra poichè si sente un uomo di destra”- “se non vota oppure, tappandosi il naso, vota per il partito di Berlusconi come il suo maestro Montanelli faceva con la Dc”, così gli risponde Roberto Gervaso: « …lei è di sinistra, e non sarò certo io a farle cambiare idea. Se non ci sono riusciti Bersani, Veltroni, D’Alema e compagni, si figuri se ci riuscirei io…. I suoi beniamini sono tutti, e sottolineo tutti, spacciati. Se vogliono rendere un utile servizio alla Sinistra, alla Patria, alla Famiglia, alla Società, farebbero bene ad andarsene a casa, se, pagata l’Imu, ne hanno ancora una. La stessa cosa dovrebbero fare i miei idoli di Destra, di questa Destra, che non è destra, ma una pappa col pomodoro, non meno indigesta della ribollita democratica. Oggi in Europa, c’è una sola Sinistra: quella socialdemocratica, e una sola Destra quella liberale e liberista. Chi nel Belpaese, si fregia di questa o di quella etichetta, è un impostore… questa Sinistra ha fatto il suo tempo, dopo aver inquinato il nostro. Non la vogliamo più vedere né sentire. Come non vogliamo più vedere né sentire la Destra che confonde Cavour con una nota piazza cittadina… Via e fuori tutto questo reliquario, questi zombi, come Grillo ha definito la vecchia classe dirigente, migliore soltanto di quella che lui vorrebbe allogare sui banchi di Montecitorio. E veniamo al mio voto, o piuttosto ai miei voti. Finchè Giorgio Almirante è stato in serpa al Msi-Dn ho votato per lui. Era un fior di leader, uno straordinario oratore. Quando ha lasciato la segreteria a Fini, sono passato ai liberali, fino alla loro estinzione. Poi è sceso nell’arengo politico Berlusconi, vecchio amico, e a lui nel 1994 andò il suffragio mio e di mia moglie. Idem nel 2001. Dopodichè, deluso da tutti, non volendo e non potendo passare al nemico, cominciai a disertare le urne. Che in un solo caso riavrebbero la mia scheda: se Monti fondasse un partito.»
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