Sono stata in montagna, male o punto collegata, e non ho avuto modo di pubblicare il pezzo settimanale. Ci tengo: un impegno cogente avendolo assunto con me stessa. Tratto dunque ora, di seguito e in breve, i due argomenti che avevo in mente.
La posizione dei nonni “naturali” è citata in modo esplicito: “Specifici criteri di delega riguardano poi i presupposti per la dichiarazione dello stato di adottabilità e la legittimazione degli ascendenti a far valere il diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minori.” Mi sembra un’ottima iniziativa, visto che non pochi nipoti nascono oggi da coppie di fatto, definire con chiarezza il nostro rapporto con loro.
” Il bambino ha bisogno di sentire tranquillità intorno e non sentirsi forzato, nel caso volesse provare ad immergersi in acqua, deve avere la certezza che qualcuno possa tenerlo sottocchio e salvarlo in caso di pericolo. E’ importante non spingerlo (…)nemmeno sotto forma di scherzo, è un gesto che può portare a veri traumi” trovo nel blog http://separazionedivorziodallapartedeibambini.wordpress.com , che fornisce qualche utile consiglio.
“Cominciare per gradi senza fretta e senza forzature con i primi contatti sul bagnasciuga, giocando con la sabbia per poi arrivare all’immersione. Non fare confronti con gli altri bambini. Rassicuriamolo che l’acqua per noi non è un problema, però capiamo il suo disagio e trasmettiamogli che nonostante la sua paura gli vogliamo bene. Meglio avvicinarsi all’acqua quando la spiaggia è poco frequentata e il mare è calmo. Possiamo prenderlo in braccio e fargli vedere che il mare non è pericoloso immergendoci con lui. Spesso può servire lo spirito di emulazione, ovvero quando il piccolo vede i suoi amici che si divertono è stimolato ad emularli e ad entrare in acqua.”
E se i nonni sono cattivi nuotatori? Non è una battuta: l’ha scritto una mamma timorosa di affidare il piccolo ai suoceri!
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