Nonostante la chiusura distante dai minimi
Bene il comparto del lusso e le utilities. Forti vendite su Buzzi ed Anima Holding. Male i bancari, i petroliferi e la galassia Agnelli.
Che dire di questa giornata di Borsa? Intanto che oggi, al contrario di quanto accaduto alla vigilia, è stato il nostro indice principale a limitare più di altri il ribasso.
Parigi ha infatti lasciato sul terreno l’1,7% mentre Londra e Francoforte hanno fatto ancora peggio scendendo di oltre 2 punti percentuali.
Ma è ovvio che anche oggi non è stata una seduta “normale”. Iniziava nel peggiore dei modi dopo che nella notte i listini cinesi erano nuovamente stati bloccati perché le perdite avevano raggiunto i sette punti percentuali.
Nei primi minuti di contrattazione, però, sembrava che Piazza Affari avesse la forza per tentare un recupero, si dimostrava però un vero fuoco di paglia, per l’intera mattinata quindi il Ftse Mib (-1,14%) rimaneva poco al di sopra di quota 19.800 punti.
Quando però le tastiere dei trader americani hanno cominciato a mettersi in funzione, il vento cambiava, e dopo che il Dipartimento del Lavoro americano diffondeva i dati riguardanti il mondo del lavoro la situazione mutava radicalmente.
Cominciava così un forte recupero che portava il nostro indice di riferimento quasi a sfiorare i 20.300 punti, mancava solo mezz’ora al fixing e qualcuno cominciava a sognare addirittura un close col segno più.
Come spesso accade, però, negli ultimi trenta minuti qualche fondo di investimento doveva onorare gli ordini di vendita inviati il giorno precedente e quindi prevalevano le vendite, alla fine comunque un fixing in prossimità dei 20.200 punti, una quota che nella mattinata avremmo sottoscritto senza un attimo di esitazione.
Giornata positiva (nonostante la Cina) per il settore del lusso, occupano i primi due posti della graduatoria odierna Salvatore Ferragamo (+2,53%) e Yoox Net-a-Porter (+1,95%), ma chiude con una freccia verde anche Moncler (+0,49%).
Terzo gradino del podio per A2A (+1,06%) uno dei titoli che si è meglio difeso in questi giorni di tempesta.
Ma hanno chiuso con dei rialzi praticamente tutte le utilities, bene Enel (+0,43%) e soprattutto la controllata Enel Green Power (+0,77%), positiva Telecom (+0,45%) e le solite due superdifensive Terna (+0,25%) e Snam (+0,08%) entrambe ad un soffio dai propri massimi storici.
Terminati i rialzi guardiamo al fondo della classifica che ovviamente presenta ribassi ben più consistenti, a cominciare da Buzzi Unicem (-4,17%) che torna sui valori di inizio novembre.
Prosegue il crollo di Anima Holding (-3,98%) che dopo la strabiliante performance del 2015 sta subendo forti prese di profitto, e che dire di Banca MPS (-3,28%) anche oggi ferocemente penalizzata dal mercato, forse sarebbe il caso che qualcuno dicesse qualcosa visto che siamo quasi sulla soglia dell’euro, il Governo sa qualcosa? Banca d’Italia? Consob? ABI? Silenzio.
Male, molto male i titoli del Lingotto: Fiat Chrysler (-3,28%), Cnh Ind. (-2,66%), Exor (-1,19%) ma oggi, dopo i miracoli dei giorni scorsi, ha alzato bandiera bianca anche Ferrari (-3,25%).
Dopo i minimi del greggio che costa meno dell’acqua minerale in offerta al supermercato (non è una battuta, se non ci credete fate i calcoli), è stata ancora una giornata pesante per i titoli petroliferi: Tenaris (-2,84%) ma in intraday era sprofondata, Saipem (-1,77%) ai minimi dal 2004, ed Eni (-0,76%) sono però attese al rimbalzo anche al minimo accenno di recupero delle quotazioni dell’oro nero.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro