Ma le cose stanno cambiando per questa conurbazione artica a metà tra l’Estremo Oriente e l’Europa. Nei prossimi 30 anni i cambiamenti climatici molto probabilmente apriranno una rotta artica tra l’oceano Pacifico e quello Atlantico tagliando del 40% il tempo di viaggio e questo permetterà agli immensi giacimenti di olio e gas della Russia siberiana di esportare molto più velocemente verso Cina, Giappone e Asia del sud.
Nadym beneficerà dal riscaldamento del Pianeta Terra più di ogni altra città artica della Russia. Il governo di Mosca conta di collegare questo futuro importante snodo con gli altri poli di estrazione di gas e petrolio con strade e ferrovie.
Le aspettative sono alte nell’ordine di far diventare la rotta una valida alternativa al canale di Suez come tratta commerciale da e verso l’Estremo Oriente.
La valenza è tutta nelle parole dell’ambasciatore russo per l’Artico, Anton Vasiliev riportate dal quotidiano britannico The Guardian “L’Artico è la nostra casa e il nostro futuro. Noi utilizzeremo a pieno questa rotta attraverso il mare nordico (Northern Sea Route). Stiamo costruendo infrastrutture e facendo la storia. Abbiamo un piano ambizioso”.
Solo 71 grandi navi, la maggior parte delle quali accompagante da rompighiaccio russe hanno navigato la rotta, ma Mosca preventiva un aumento di 30 volte del traffico marittimo entro il 2020 e considera che per il 2050 la rotta sarà libera dai ghiacci per tutta la sua lunghezza.
I ghiacci della stagione estiva sono calati del 50% negli ultimi 40 anni e entro il 2050, confermano Laurence Smith e Scott Stephenson dell’Università della California, navi per così dire “ordinarie” saranno capaci di attraversare la rotta per tutta la lunghezza.
Negli anni avvenire, l’Artico diventerà economicamente molto attrattivo e strategico e fonte di non pochi attriti tra gli Stati costieri. 11 paesi compresi Polonia e Singapore hanno già nominato un Ambasciatore per l’Artico.
Non solo compagnie russe, ma anche americane, giapponesi, sud coreane e britanniche intendono utilizzare la Northern Sea Route. Ma nessuno avrà il vantaggio nell’utilizzo della Cina che ha un terzo delle sue esportazioni verso l’UE e gli USA.
L’apertura della nuova rotta della seta sarà una grandissima partita a scacchi per la conquista dell’Artico e c’è chi scommette che la prossima guerra planetaria sarà per la conquista della Polo Nord. A meno che il riscaldamento globale come l’Apocalisse non spazzi via prima l’Uomo dei ghiacci.
Nella foto la città siberiana di Nadym credit by commons.wikimedia.org