Poi penso ai gialli della Scandinavia, a questo tormentone dell'editoria mondiale, perché sembra che oggi un giallo per vendere debba per forza arrivare dal grande Nord. E penso.... penso che oltre la moda c'è davvero altro.
Penso a Henning Mankell e al suo Delitto di mezza estate, a quei giovani assassinati la notte del solstizio in una macchia isolata di un bosco. Penso che la Norvegia è presumibilmente l'unico paese del mondo ad avere un (ex) ministro della giustizia, Anne Holt, autore di noir di grandissimo successo. Penso a Stieg Larsson che prima di affermarsi con la sua Trilogia aveva lavorato per anni a inchieste sul neonazismo in Scandinavia....
Afferma Gabriele Romagnoli in un bellissima pagina pubblicata domenica 24 su Repubblica (Il lato noir del sole di mezzanotte. Nei libri il presagio dell'altra Norvegia)
Eppure. Eppure bastava abbassare gli occhi sulle pagine di uno dei libri ambientati proprio lì per trovarsi in un mondo completamente diverso
I gialli scandinavi, si sa, sono più atmosfera che trama. E l'atmosfera non vive solo della luce nordica, delle distese della Lapponia, dei laghi della Carelia... Vive anche del contrasto tra una superficie bianca, e quello che si muove sotto, torbidamente nero.
Scrive ancora Romagnoli:
La funzione della letteratura noir è spesso questa: sporcare le illusioni. Se possibile, ammazzarle
Sempre meglio di un risveglio così. Di un risveglio di sangue.