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Nos solitudes

Creato il 02 novembre 2010 da Pioggiadinote

Ho trovato la traccia di un lavoro coreografico che mi ha colpito, di cui è possibile leggere un articolo molto interessante qui. Il video è disponibile soltanto in formato molto ridotto, però secondo me vale la pena di focalizzare lo sguardo su quel piccolo riquadro.

Nos solitudes

Il lavoro è Nos solitudes, autrice ed interprete Julie Nioche .

Un corpo senza più il legame con la legge di gravità non cade, ma resta sospeso da una schiera di pesi sparsi fluttuanti nel vuoto. Il vuoto diventa così l’unico spazio possibile della danza – e della vita – ed è quindi il vuoto che il corpo cerca. Scala con movimenti morbidi lo spazio soprastante, e vi si appoggia; di tanto in tanto ricade fino a sfiorare la terra, ma la terra non è più il luogo del movimento, così risale e cerca di nuovo la sensazione di appoggiarsi sul vuoto. E’ qui che il corpo fa l’esperienza della/delle solitudini: anzitutto si separa dalla sua ombra, che danza per conto suo sul pavimento e altrove. Ma soprattutto perde il legame con il peso e la caduta, sperimentando una insolita condizione di leggerezza ed un rapporto con lo spazio vuoto altrimenti inavvicinabile. E questo stato è naturalmente una “metafora scenica” del rapporto dell’io con quel se stesso che può manifestarsi solo in assenza di relazioni.

 



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