Arriva il 1954, e la nazionale turca si deve giocare la qualificazione per il mondiale svizzero contro la Spagna. La formula è semplice: due partite, una in Spagna e una in Turchia, chi vince prende due punti, chi pareggia uno, chi perde zero. Niente gol in trasferta, niente differenza reti, niente di niente. La prima gara si disputa a Madrid, il 6 gennaio, e i padroni di casa si impongono nettamente per 4-1. Dopo due mesi, il 14 marzo, le due squadre si affrontano di nuovo ed evidentemente giocare a Istanbul era già diventato un inferno, visto che la Turchia riesce a strappare un risicato 1-0, sufficiente però per arrivare allo spareggio in campo neutro. La “bella” si gioca a Roma il 17 marzo, e come scrive Vittorio Pozzo ne La Stampa dello stesso giorno, “non è la prima volta che due squadre nazionali straniere scelgono l’Italia, come Paese neutrale, per dirimere una questione che non hanno potuto risolvere in casa loro. Nel ’38, Svizzera e Portogallo vennero a Milano, e nel ’50 Francia e Jugoslavia scesero a Firenze, appunto per decidere a chi aspettasse il diritto di andare avanti”. L’ex c.t. azzurro sottolinea anche l’interesse dello sport italiano intorno a questa partita, poiché la Turchia è allenata da Sandro Puppo, piacentino cresciuto a Shangai, “un fior di ragazzo (…), uno dei prodotti della nidiata delle Olimpiadi del ‘36”, che dalla panchina del Rovereto si è trovato a giocarsi la qualificazione a un mondiale, dopo il quale peraltro è andato ad allenare nientemeno che il Barcellona.
Escudero segna il definitivo 2-2, da La Stampa del 18/3/1954
La Turchia dunque non ha niente da perdere, a differenza della Spagna, che comunque vada lo spareggio, vivrà comunque la sconfitta di Istanbul come un’onta irreparabile (qualcuno ha rievocato addirittura Lepanto), e oltretutto alla vigilia è stata “distratta” dal caso Kubala, calciatore ungherese la cui naturalizzazione spagnola ha suscitato l’ira della federazione magiara. La partita, diretta da una terna arbitrale italiana, è all’insegna di “poca tecnica e molto dramma, con frequenza di colpi di scena” e finisce in pareggio, 2-2 dopo i tempi supplementari. Non si usano ancora i rigori per risolvere questi casi, così il tutto è affidato alla sorte, o meglio alla mano del tredicenne Luigi Franco Gemma che, bendato, estrae dall’urna il bigliettino con scritto Turchia, permettendole così di disputare la Coppa Rimet. Per il post-partita ci affidiamo di nuovo a Vittorio Pozzo: “i dolori degli uni sono le gioie degli altri, in questo crudele mondo nostro. I turchi, dirigenti e giocatori, sono cosi felici del modo in cui si è concluso il loro viaggio a Roma, che hanno reso partecipe della loro gioia il ragazzino che, nell’operazione del sorteggio, ha estratto il nome del loro paese dall’urna; lo hanno colmato di gentilezze, lo hanno invitato a passare un mese a loro spese In Turchia, vogliono portarlo con loro in Svizzera nel prosieguo della competizione. II bambinello di Monte Mario si guarda attorno sperduto: non è ben convinto di essere diventato il porta fortuna od il protagonista di una vicenda calcistica riguardante gli ottomani. Pare non possa dimenticare che a Roma i bambini quando invocano aiuto perché si credono minacciati da un grave pericolo, esplodono da secoli, notoriamente, atavicamente, nello strillo: «Mamma, li turchi».”
«Mamma, li turchi », però, nella fase finale in Svizzera, non lo urlerà di certo la Germania Ovest, che prima li sconfiggerà 4-1 nella partita d’esordio, per poi ritrovarseli nello spareggio per accedere ai quarti (la Turchia vincerà 7-0 contro la Corea del Sud nel secondo match) e rifilar loro addirittura un 7-2.
daniele
1954 Dünya Kupası – Franco Gemma – Türkiye & İspanya | Alkışlarla Yaşıyorum