La schiavitù è un male che dobbiamo riuscire a sconfiggere. È impensabile che al giorno d’oggi si tollerino atrocità del genere. I dati che ce ne parlano ci dicono che è diffusa ovunque e che una delle sue facce è sicuramente il traffico di esseri umani.
Ma di che cosa si tratta nello specifico e che cosa si sta facendo per cercare di combatterla?
Le motivazioni per le quali molti ragazzi di giovane età cadono vittima della tratta possono essere di vario genere. Alcuni di essi vengono ammaliati da promesse fittizie di lavoro ben pagato che li invoglierà a venire verso i paesi più ricchi. Molti, invece, sono umiliati, venduti e comprati, oppure semplicemente rapiti come una merce senza dignità.
Una volta arrivati a destinazione vengono poi costretti a prostituirsi o a lavorare a condizioni massacranti.
Qui, in sintesi, ciò che ogni giorno accade:
Per sensibilizzare e combattere la tratta umana sono nate molte campagne sociali.
Esempio emblematico è NOT FOR SALE.
Questo movimento, nato dall’omonimo libro Not for sale: The Return of the Global Slave Trade and How We Can Fight It scritto da David Batstone, punta ad aumentare la consapevolezza sul traffico di esseri umani in modo da riuscire a porre fine alla schiavitù moderna attuale in tutto il mondo.
Molto interessante è anche questa campagna intitolata Stop the Traffik, lanciata a Bruxelles grazie all’appoggio di oltre 200 parlamentari europei, e che nasce con l’intento di mirare a tutti i viaggiatori e uomini d’affari.
Steve Chalke, fondatore di questa campagna, ci fa sapere che moltissime vittime della tratta vengono offerte a questi uomini per prestazioni sessuali e che molto spesso questi ultimi restano inorriditi da ciò che vedono. Ciononostante, per mancanza di tempo o per non rischiare di essere coinvolti con la polizia locale, nessuno di loro denuncia il fatto. E proprio per questo nasce la campagna. Mediante il sito www.businesstravellers.org, infatti, potranno trovare informazioni su come riconoscere situazioni di sfruttamento ed in tal caso su come agire a riguardo ma, soprattutto, sarà possibile segnalare in forma anonima qualsiasi episodio sospetto al quale si ritrovino ad assistere.
Dal momento della sua attivazione, questa campagna ha riscosso notevoli successi, tuttavia Chalke afferma che ciò che si augura adesso è che anche per gli alberghi e le strutture turistiche si riesca a seguire la stessa linea di condotta contro lo sfruttamento.
Kristina Klepková, rappresentante del gruppo no-profit IOM (International Organization for Migration), afferma che “il cliente potrebbe essere per la vittima della tratta l’unico collegamento con il mondo esterno e l’unica persona che potrebbe aiutarla”.
Sulla locandina della campagna, infatti, appaiono alcuni numeri di telefono ai quali è possibile telefonare in forma anonima, per segnalare casi anche sospetti di sfruttamento.
Inoltre, proprio per garantire una migliore efficacia e divulgazione della campagna si è pensato di distribuire cartoline informative in prossimità del confine tedesco e austriaco.
IOM attesta che sono tra i 300.000 e i 500.000 le persone che vengono trafficate ogni anno in Europa (dati che includono tutti i traffici illeciti, non solo la schiavitù sessuale), garantendo guadagni pari allo spaccio della droga o al commercio delle armi.
In particolare ci comunica anche che la maggior parte delle donne che oggi sono costrette alla prostituzione sono spesso attirate con la promessa di un lavoro da babysitter o nel settore delle pulizie, ma che, una volta arrivate a destinazione, vedono distruggere i propri documenti ed in seguito a stupri, violenze e minacce vengono costrette a prostituirsi.
Anche molte celebrità si sono mosse in favore dei diritti dell’uomo e contro il traffico umano. Una di queste è Ricky Martin che, con la sua fondazione e in collaborazione con l’Università di Portorico, la John Hopkins University ed il sostegno della Doral Bank., si batte per riuscire a proteggere i bambini di Portorico dalla tratta umana attraverso la campagna “Se trata”.Questo lo spot televisivo:
Unico appunto che mi sento di fare su questa campagna è che, sia nella locandina che nello spot televisivo, non si è pensato di inserire né dati riguardanti la tratta dei bambini, né un numero di telefono al quale richiedere informazioni o denunciare eventuali casi di sfruttamento.
Attivo nel solito campo, è anche il famosissimo gruppo musicale dei Radiohead il quale ha aderito, con il brano All I Need tratto dall’album In Rainbows, alla campagna MTV EXIT, nata al fine di sensibilizzare sulla tratta di esseri umani.
Nel video si mettono in contrapposizione una giornata di un bambino cresciuto nell’amore e quella di un bambino costretto a lavorare in fabbrica.
Per sensibilizzare e mettere a conoscenza sulla tematica del traffico degli esseri umani, sono nate, inoltre, moltissime iniziative.
Una di queste è sicuramente la campagna realizzata in Lussemburgo nata con l’intento di combattere il traffico, nonché la prostituzione e lo sfruttamento delle donne. Il messaggio che si manda è “Pagare una persona che si prostituisce significa finanziare il commercio di esseri umani“
Tuttavia, pur se interessante da analizzare, non considero questa campagna molto efficace poiché solitamente il “reparto carni” dei supermercati non rappresenta un luogo frequentato dai possibili soggetti compresi nel target di chi paga in cambio di prestazioni sessuali.
Anche Amnesty International, per celebrare il 60° anniversario dei diritti umani, ha scelto di creare una campagna sociale intitolata Trasporto infame. Per la sua realizzazione si è pensato di chiudere una ragazza dentro una valigia trasparente, fatta poi scorrere sul rullo dei bagagli al check-in di un aeroporto tedesco. The Salvation Army in Sud Africa ha cercato di evidenziare la dura realtà della tratta di esseri umani con questa iniziativa che vede protagonisti alcuni bambini dietro un vetro come se fossero in vetrina e, a ognuno di essi, era attribuito un prezzo. Il messaggio che si lancia in questo caso è il seguente: “La tratta degli esseri umani è un reato grave. Aiutaci a mettere fine allo sfruttamento“.
Un’iniziativa simile è stata realizzata da due agenzie in Israele che, con la campagna Women to Go occuparono la vetrina di un centro commerciale a Tel Aviv, questa volta mettendo in mostra donne con le loro misure, la loro altezza e il prezzo che le contraddistingueva.
Elisa Pucci