Ieri sera si è ufficialmente conclusa la V edizione del Vittorio Veneto Film Festival. Quest’anno le emozioni non sono mancate. I 12 film in concorso hanno messo a dura prova le scelte dei 1500 giovani giurati che avevano l’arduo compito di decidere quale secondo soro era la pellicola che più si discostava dagli altri in termini di qualità tecnica e contenuto. Le attese erano comunque per gli ospiti della manifestazioni: durante il festival sono giunte attrici del calibro di Carolina Crescentini, premiata quest’anno come migliore attrice e fresca dell’uscita dell’ultimo film di Ferzan Özpetek Allacciate le cinture; Lucrezia Guidone, giurata del festival e interprete dell’ultimo film di Francesco Bruni Noi 4; Eleonora Sergio, anche lei tra le protagoniste degli incontri con i ragazzi dopo aver collaborato con Carlo Verdone in Sotto una buona stella; Elisa Fuksas, regista di Nina, ha presentato al pubblico il suo ultimo libro edito da Rizzoli La figlia di. Una menzione speciale va a Elena Cotta, vincitrice della Coppa Volpi all’ultimo Festival di Venezia, che ha intrattenuto i giovani in platea con interessanti racconti della sua vita sopra al palcoscenico. Per quanto riguarda gli uomini, Luca Ward, attore dall’infinita bravura, ha raccontato il complicato mestiere di doppiatore, spiegando i retroscena e le curiosità di un mondo non tanto conosciuto ma che influenza notevolmente la visione sullo schermo. Vittorio Storaro, autore della fotografia e vincitore di tre premi Oscar nei film Apocalypse Now, Reds e L’Ultimo Imperatore, ha presentato il libro The Art of Cinematography, dove spiega con l’immagine l’evoluzione della fotografia cinematografica attraverso 150 film che hanno radicalmente cambiato l’aspetto formale della pellicola, dalle luci alle composizioni delle varie sfumature cromatiche dei colori. Marco Testoni, compositore, ha narrato come le colonne sonore influiscano non poco sui film, attraverso la visione di sequenze indimenticabili di celebri lungometraggi come Il Gladiatore e Forrest Gump.
Durate le tre serate targate Rai Cinema, sono stati presentati in presenza degli autori dei lavori molto interessanti: L’Arte della Felicità, film d’animazione di straordinaria bellezza e dallo stile animato già conosciuto nel film del 2008 Valzer con Bashir; Cha Cha Cha, thriller con un forte riferimento al genere noir e ai vecchi film polizieschi; Via Castelana Bandiera, un film drammatico che racconta una diatriba in una strada di Palermo tra due famiglie che si trasforma in un vero e proprio duello senza fine. La parte più importante della manifestazione è stata certamente la serata delle premiazioni dei personaggi che più si sono contraddistinti quest’anno e dei lungometraggi vincitori. Dopo la consegna dei premi per i rispettivi ruoli a Carolina Crescentini (Miglior attrice), Luca Ward (Miglior doppiatore), Vittorio Storaro (Premio alla Carriera), a Elena Cotta (Miglior Interpretazione-Mytime) e a Daniele Liotti (Miglior attore), finalmente si sono sapute le pellicole che secondo la Giuria di Qualità e quella dei ragazzi hanno ritenuto essere le più significative all’interno delle rispettive categorie: Per la Fascia dei +Piccoli (6-7 anni) ha vinto il film olandese T.I.M.-The Incredible Machine di Rolf Van Eijk. Tra la terzina dei film della Fascia Santa Augusta (8-11 anni) il film vincitore è Kid Detectives & The Secret of the White Lady di Rene Vilbre. Per la Fascia Monte Pizzoc (15-17 anni) ha vinto l’unico film italiano presentato al Festival: Blackout di Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato. Per l’ultima Fascia dei Ragazzi, Monte Visentin (18-25 anni), ha vinto il film tedesco Fur Elise di Wolfgang Dinslange. La Fascia dei +Alti (dai 26 anni) ha votato come film vincitore l’austriaco La Vie Nous Appartient di Alex K. Lee. Il film svizzero-canadese Shana: The Wolf’s Music si aggiudica ben due riconoscimenti: quello dei giovani della fascia Monte Baldo (12-14 anni) e quello della Giuria di Qualità, presieduta da Carlo Brancaleoni, presidente di Rai Cinema. La motivazione è stata letta da Lucrezia Guidone, membro della Giuria di Qualità:
la protagonista ci conduce attraverso l’elaborazione del lutto verso il passaggio da un mondo onirico alla realtà e dall’infanzia alla coscienza di se. Attraverso i propri demoni, rappresentati dagli antichi spiriti legati alla tradizione culturale del suo popolo e, grazie ad una interessante sperimentazione visiva, la ragazza si libera dalla prigionia del dolore risolvendo le incomprensioni con la figura paterna. Così Shana trova la sua strada affidandosi sopratutto al suo istintivo talento musicale.
La Giuria di Qualità ha voluto anche assegnare una menzione speciale a Koan Of Spring di Lou Ma Ho (pseudonimo del regista iraniano naturalizzato francese Marc-Olivier Louveau). Fabio Troiano, attore di cinema e di serie tv, giustifica la scelta di questo film Per la capacità di raccontare la cultura orientale, unendo con sottile equilibrio il concetto del dominio del corpo e della mente, tipico della disciplina zen e delle arti marziali, insieme con le pulsioni dell’infanzia che prevalgono nel mondo occidentale. Una sottolineatura merita la colonna sonora che valorizza le suggestioni del paesaggio e del percorso dei protagonisti traghettandoci anche oltre quanto ci suggerisce la cinematografia.
Un ringraziamento speciale va a tutti quelli che hanno lavorato per rendere questo festival indimenticabile, e agli ospiti per la loro disponibilità a partecipare a questa bellissima festa. Ci vediamo l’anno prossimo e continuate a seguirci.
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