Meno di ventiquattr'ore a San Silvestro, ed è dunque giunto anche per il blog il momento del consuntivo annuale, che traccerò con la schiettezza di sempre. Del resto, non è mia abitudine vantare successi inesistenti, casomai mi piace gioire dei piccolissimi traguardi raggiunti con tempo, fatica e pazienza, e che in quasi tre anni e mezzo di cammino non sono mancati, tutto sommato. Il mio obiettivo più realista, per questo 2014 che se ne va, era tenere "Note d'azzurro" sugli stessi livelli dei dodici mesi precedenti, e il post che pubblicai nel dicembre scorso me ne è testimone; il sogno, talmente scontato da non dover nemmeno essere sottolineato, era quello di crescere e ampliare il cosiddetto "bacino d'utenza" di questo spazio semi - giornalistico. DIFENDERE LE POSIZIONI - Ecco, in tutta franchezza: se il primo traguardo è stato sostanzialmente raggiunto, pur se con una lieve tendenza al ribasso, il sogno di cui sopra è rimasto, per l'appunto, un sogno. Da gennaio ad oggi, il blog ha registrato circa 25mila visite, grosso modo quanto aveva messo insieme nel 2013 (per la verità leggermente meno, ma si tratta comunque di una oscillazione di scarso rilievo). Mi accontento perché di questi tempi è già tanto "tenere il mercato", stabilizzarsi, conservare uno zoccolo duro di aficionados e non rimetterci troppo nella forbice fra nuovi lettori e defezioni: in fondo, e dovrei ripetermelo più spesso, questo è solo uno spazio amatoriale, per quanto curato con scrupolo, amore, attenzione. Gli dedico il tempo che posso, e negli ultimi due mesi sono forse stato un po' meno assiduo, ma quando arriva un po' di lavoro in più (lavoro vero), pur se provvisorio, il tempo che rimane per le passioni cala enormemente, a meno di decidere di non dormire più (e già io a letto ci sto proprio lo stretto indispensabile...). A tal proposito, debbo scusarmi anche con i vari amici blogger ai quali negli ultimi tempi ho riservato meno attenzioni di un tempo, per i medesimi motivi: conto di rifarmi nei prossimi mesi. SANREMO E MONDIALI - Le suddette cifre un po' mi hanno stupito, perché una prima analisi aveva rivelato in realtà tendenze assai positive: i post sul Festival di Sanremo son stati gettonatissimi anche quest'anno, e l'evento traino del 2014, il Mondiale di calcio, pareva in effetti aver davvero spinto il blog, registrando un afflusso di lettori quasi commovente, anche grazie all'appoggio datomi dall'amico Ruggero, che mi ha concesso di pubblicare i miei pezzi sulla pagina Facebook del Guerin Sportivo. TRE POST IN TOP TEN, MA... - Evidentemente, sono venute meno altre fonti di pubblico: un po' deludenti i risultati delle recensioni cinematografiche, pochi exploit per quelle teatrali, come sempre a corrente alternata il seguito dei post calcistici extra Mondiali, pur se nel complesso discreto. Si è forse un po' esaurita la spinta di pezzi cult come quelli dedicati al defunto sito Pagine 70 (pezzi che però continuano comunque ad attrarre utenti), ma è anche vero che ben tre degli articoli di quest'anno sono entrati nella top ten dei più letti di sempre su NdA: la recensione alla piéce teatrale di Ambra Angiolini, il toto - cast dedicato al prossimo Sanremo e, cosa che non mi aspettavo, la celebrazione del ritorno in A del Palermo. Certo, occorrerebbero analisi più approfondite dei flussi di visitatori, e decisamente non ho il tempo di farlo; forse, più semplicemente, blog come il mio oltre un certo livello non possono salire, anche se l'ambizione di alzare un po' l'asticella rimane. Del resto io vado avanti solo con le mie idee e le mie opinioni, e con pochissimi mezzi per fare promozione: ma preferisco così piuttosto che riempire la mia home page con gigantografie di ragazze discinte o con link a siti di scommesse online, roba che assicura boom di visite anche a blog e portali caratterizzati dal vuoto spinto, in fatto di contenuti. IL SOGNO DI UN RAGAZZINO - Pensiamo agli aspetti positivi. L'evento clou dell'anno, come detto, è stato Brasile 2014. Quando inaugurai il blog, nella lontana estate del 2011, mi posi fra gli obiettivi quello di accompagnare per mano la nostra Nazionale fino alla Coppa del Mondo, e poi narrare day by day la kermesse iridata, come avevo sempre sognato fin da ragazzo. Beh, il mio sogno era in realtà quello di poterlo fare da giornalista inviato sul posto, e verosimilmente non lo potrò mai realizzare; l'ho fatto da blogger, ed è stato bello comunque, perché nella vita, a 40 anni, bisogna cominciare ad accontentarsi.... Per un mese un post al giorno, a volte due: analisi di squadre e partite, critiche a volte feroci, soprattutto nei confronti degli spompatissimi azzurri, ma anche i giusti peana a una Germania che avevo intuito grandissima fin dalla gara del debutto; approfondimenti tattici nei limiti, preferendo una visione più nazionalpopolare e meno tecnicistica della manifestazione, linea editoriale che è stata comunque apprezzata. In genere non mi lascio andare ad autocelebrazioni, ma in quelle quattro settimane piene di football penso di aver fatto un buonissimo lavoro, e ne sono orgoglioso: mi inorgoglisce meno l'aver intuito, addirittura fin dall'estate precedente (brutta amichevole persa con l'Argentina) la pessima china che stava prendendo la squadra di Prandelli, senza poi lasciarmi troppo incantare dall'illusorio debutto vincente con l'Inghilterra, ma è inutile riaprire ferite ancora dolorose. DAL MONDIALE '34 A... LOCKE - I miei personalissimi pezzi "top" del 2014? Il dossier in due parti sui Mondiali del 1934 resterà a lungo un mio vanto, così come la lettera aperta a Balotelli, la presa di posizione contro l'ascesa dell'impresentabile Tavecchio ai vertici federali, le puntuali analisi delle partite dell'Italia e l'ancor più puntuale registrazione delle varie fasi di declino del nostro movimento calcistico; della sequela di post su Sanremo e World Cup ho già detto. Gli articoli più amari? L'addio a Boskov e Vilanova, scomparsi quasi in contemporanea, e lo sfogo dopo l'alluvione dell'ottobre scorso, doloroso ma necessario. Il gioiello nascosto? La recensione di "Locke" che ha avuto scarso seguito come limitato è stato il successo di quel film, a parer mio un capolavoro che avrebbe meritato molto di più. LA TV DEL DOLORE - Mi accorgo che, col passare dei mesi, ho parlato sempre meno di tv, ma che volete che vi dica? Il tubo catodico è stato fonte di continue delusioni: il 60esimo compleanno Rai festeggiato in tono minore, poche novità degne di nota, trasmissioni di livello sempre più basso: ad esempio, nei giorni scorsi avrei voluto scrivere dell'inguardabile "Storie vere" di Uno Mattina, che fornisce una ribalta nazionale a gente che dice di dialogare con gli angeli, e sovente non rinuncia alla dose quotidiana di orrori assortiti, fra omicidi e scomparse: ma ho lasciato perdere, per una volta la rabbia rischiava di prevalere sulla lucidità critica, e poi certi prodotti meritano solo l'oblio. Di certo è un programma di cui la Rai di un tempo avrebbe fatto a meno senza rimpianti Più in generale, è una tv sempre più immersa nelle lacrime, sempre più concentrata sulle tragedie, oltre ogni limite sopportabile: fino a pochi anni fa, mia madre si lamentava del fatto che sul piccolo schermo ci fosse troppo calcio. Oggi, per chi non può permettersi Sky e Premium, di pallone ce n'è invece pochissimo, mentre è in atto un'overdose di fatti di sangue, violenze, stupri, cadaveri occultati, bambini massacrati: fatti analizzati andando ben oltre il diritto di cronaca, con la ricerca e l'esposizione al pubblico di particolari truculenti o privatissimi che nulla aggiungono al racconto delle vicende. In sintesi: una tv che merita davvero il minimo di attenzione, ma cercherò comunque di dedicarmici di più nel 2015. IL FUTURO - A proposito dell'anno nuovo, dirò il meno possibile: azzardato e controproducente sarebbe far previsioni sul numero di visite. Spero solo di avere sempre un po' di tempo da dedicare a questa mia creatura. Guardando al futuro degli argomenti "forti" del blog, auspico tre cose: un Genoa che mantenga almeno in parte le abbacinanti promesse di questi primi mesi di campionato, perché ce lo meritiamo, noi grifoncini, dopo anni vissuti fra illusioni e puntualissime docce fredde; un calcio italiano che sappia liberarsi del bluff Tavecchio e riesca a trattenere un Conte sempre più scontento, per poi affidarsi a uomini che abbiano davvero il coraggio di far piazza pulita e gettare nuove fondamenta per un carrozzone allo sfascio completo; dulcis in fundo, un Sanremo di nuovo glamour, leggero, più digeribile dell'ultimo, con una spruzzatina di baudesco nazionalpopolare e con una manciata di canzoni che rimangano. Buon anno a tutti da Note d'azzurro.
Meno di ventiquattr'ore a San Silvestro, ed è dunque giunto anche per il blog il momento del consuntivo annuale, che traccerò con la schiettezza di sempre. Del resto, non è mia abitudine vantare successi inesistenti, casomai mi piace gioire dei piccolissimi traguardi raggiunti con tempo, fatica e pazienza, e che in quasi tre anni e mezzo di cammino non sono mancati, tutto sommato. Il mio obiettivo più realista, per questo 2014 che se ne va, era tenere "Note d'azzurro" sugli stessi livelli dei dodici mesi precedenti, e il post che pubblicai nel dicembre scorso me ne è testimone; il sogno, talmente scontato da non dover nemmeno essere sottolineato, era quello di crescere e ampliare il cosiddetto "bacino d'utenza" di questo spazio semi - giornalistico. DIFENDERE LE POSIZIONI - Ecco, in tutta franchezza: se il primo traguardo è stato sostanzialmente raggiunto, pur se con una lieve tendenza al ribasso, il sogno di cui sopra è rimasto, per l'appunto, un sogno. Da gennaio ad oggi, il blog ha registrato circa 25mila visite, grosso modo quanto aveva messo insieme nel 2013 (per la verità leggermente meno, ma si tratta comunque di una oscillazione di scarso rilievo). Mi accontento perché di questi tempi è già tanto "tenere il mercato", stabilizzarsi, conservare uno zoccolo duro di aficionados e non rimetterci troppo nella forbice fra nuovi lettori e defezioni: in fondo, e dovrei ripetermelo più spesso, questo è solo uno spazio amatoriale, per quanto curato con scrupolo, amore, attenzione. Gli dedico il tempo che posso, e negli ultimi due mesi sono forse stato un po' meno assiduo, ma quando arriva un po' di lavoro in più (lavoro vero), pur se provvisorio, il tempo che rimane per le passioni cala enormemente, a meno di decidere di non dormire più (e già io a letto ci sto proprio lo stretto indispensabile...). A tal proposito, debbo scusarmi anche con i vari amici blogger ai quali negli ultimi tempi ho riservato meno attenzioni di un tempo, per i medesimi motivi: conto di rifarmi nei prossimi mesi. SANREMO E MONDIALI - Le suddette cifre un po' mi hanno stupito, perché una prima analisi aveva rivelato in realtà tendenze assai positive: i post sul Festival di Sanremo son stati gettonatissimi anche quest'anno, e l'evento traino del 2014, il Mondiale di calcio, pareva in effetti aver davvero spinto il blog, registrando un afflusso di lettori quasi commovente, anche grazie all'appoggio datomi dall'amico Ruggero, che mi ha concesso di pubblicare i miei pezzi sulla pagina Facebook del Guerin Sportivo. TRE POST IN TOP TEN, MA... - Evidentemente, sono venute meno altre fonti di pubblico: un po' deludenti i risultati delle recensioni cinematografiche, pochi exploit per quelle teatrali, come sempre a corrente alternata il seguito dei post calcistici extra Mondiali, pur se nel complesso discreto. Si è forse un po' esaurita la spinta di pezzi cult come quelli dedicati al defunto sito Pagine 70 (pezzi che però continuano comunque ad attrarre utenti), ma è anche vero che ben tre degli articoli di quest'anno sono entrati nella top ten dei più letti di sempre su NdA: la recensione alla piéce teatrale di Ambra Angiolini, il toto - cast dedicato al prossimo Sanremo e, cosa che non mi aspettavo, la celebrazione del ritorno in A del Palermo. Certo, occorrerebbero analisi più approfondite dei flussi di visitatori, e decisamente non ho il tempo di farlo; forse, più semplicemente, blog come il mio oltre un certo livello non possono salire, anche se l'ambizione di alzare un po' l'asticella rimane. Del resto io vado avanti solo con le mie idee e le mie opinioni, e con pochissimi mezzi per fare promozione: ma preferisco così piuttosto che riempire la mia home page con gigantografie di ragazze discinte o con link a siti di scommesse online, roba che assicura boom di visite anche a blog e portali caratterizzati dal vuoto spinto, in fatto di contenuti. IL SOGNO DI UN RAGAZZINO - Pensiamo agli aspetti positivi. L'evento clou dell'anno, come detto, è stato Brasile 2014. Quando inaugurai il blog, nella lontana estate del 2011, mi posi fra gli obiettivi quello di accompagnare per mano la nostra Nazionale fino alla Coppa del Mondo, e poi narrare day by day la kermesse iridata, come avevo sempre sognato fin da ragazzo. Beh, il mio sogno era in realtà quello di poterlo fare da giornalista inviato sul posto, e verosimilmente non lo potrò mai realizzare; l'ho fatto da blogger, ed è stato bello comunque, perché nella vita, a 40 anni, bisogna cominciare ad accontentarsi.... Per un mese un post al giorno, a volte due: analisi di squadre e partite, critiche a volte feroci, soprattutto nei confronti degli spompatissimi azzurri, ma anche i giusti peana a una Germania che avevo intuito grandissima fin dalla gara del debutto; approfondimenti tattici nei limiti, preferendo una visione più nazionalpopolare e meno tecnicistica della manifestazione, linea editoriale che è stata comunque apprezzata. In genere non mi lascio andare ad autocelebrazioni, ma in quelle quattro settimane piene di football penso di aver fatto un buonissimo lavoro, e ne sono orgoglioso: mi inorgoglisce meno l'aver intuito, addirittura fin dall'estate precedente (brutta amichevole persa con l'Argentina) la pessima china che stava prendendo la squadra di Prandelli, senza poi lasciarmi troppo incantare dall'illusorio debutto vincente con l'Inghilterra, ma è inutile riaprire ferite ancora dolorose. DAL MONDIALE '34 A... LOCKE - I miei personalissimi pezzi "top" del 2014? Il dossier in due parti sui Mondiali del 1934 resterà a lungo un mio vanto, così come la lettera aperta a Balotelli, la presa di posizione contro l'ascesa dell'impresentabile Tavecchio ai vertici federali, le puntuali analisi delle partite dell'Italia e l'ancor più puntuale registrazione delle varie fasi di declino del nostro movimento calcistico; della sequela di post su Sanremo e World Cup ho già detto. Gli articoli più amari? L'addio a Boskov e Vilanova, scomparsi quasi in contemporanea, e lo sfogo dopo l'alluvione dell'ottobre scorso, doloroso ma necessario. Il gioiello nascosto? La recensione di "Locke" che ha avuto scarso seguito come limitato è stato il successo di quel film, a parer mio un capolavoro che avrebbe meritato molto di più. LA TV DEL DOLORE - Mi accorgo che, col passare dei mesi, ho parlato sempre meno di tv, ma che volete che vi dica? Il tubo catodico è stato fonte di continue delusioni: il 60esimo compleanno Rai festeggiato in tono minore, poche novità degne di nota, trasmissioni di livello sempre più basso: ad esempio, nei giorni scorsi avrei voluto scrivere dell'inguardabile "Storie vere" di Uno Mattina, che fornisce una ribalta nazionale a gente che dice di dialogare con gli angeli, e sovente non rinuncia alla dose quotidiana di orrori assortiti, fra omicidi e scomparse: ma ho lasciato perdere, per una volta la rabbia rischiava di prevalere sulla lucidità critica, e poi certi prodotti meritano solo l'oblio. Di certo è un programma di cui la Rai di un tempo avrebbe fatto a meno senza rimpianti Più in generale, è una tv sempre più immersa nelle lacrime, sempre più concentrata sulle tragedie, oltre ogni limite sopportabile: fino a pochi anni fa, mia madre si lamentava del fatto che sul piccolo schermo ci fosse troppo calcio. Oggi, per chi non può permettersi Sky e Premium, di pallone ce n'è invece pochissimo, mentre è in atto un'overdose di fatti di sangue, violenze, stupri, cadaveri occultati, bambini massacrati: fatti analizzati andando ben oltre il diritto di cronaca, con la ricerca e l'esposizione al pubblico di particolari truculenti o privatissimi che nulla aggiungono al racconto delle vicende. In sintesi: una tv che merita davvero il minimo di attenzione, ma cercherò comunque di dedicarmici di più nel 2015. IL FUTURO - A proposito dell'anno nuovo, dirò il meno possibile: azzardato e controproducente sarebbe far previsioni sul numero di visite. Spero solo di avere sempre un po' di tempo da dedicare a questa mia creatura. Guardando al futuro degli argomenti "forti" del blog, auspico tre cose: un Genoa che mantenga almeno in parte le abbacinanti promesse di questi primi mesi di campionato, perché ce lo meritiamo, noi grifoncini, dopo anni vissuti fra illusioni e puntualissime docce fredde; un calcio italiano che sappia liberarsi del bluff Tavecchio e riesca a trattenere un Conte sempre più scontento, per poi affidarsi a uomini che abbiano davvero il coraggio di far piazza pulita e gettare nuove fondamenta per un carrozzone allo sfascio completo; dulcis in fundo, un Sanremo di nuovo glamour, leggero, più digeribile dell'ultimo, con una spruzzatina di baudesco nazionalpopolare e con una manciata di canzoni che rimangano. Buon anno a tutti da Note d'azzurro.
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