Nothing for breakfast
Sabato 23 gennaio alle 22.30
Live: Nothing for breakfast
Visual di leonardoworx – Aftershow: djset Preshow :: seccio dj
I NFB, nati nel 2013 a Firenze, condividono la passione per il rock, dai Fab Four in giù.
Anticipato dal singolo ‘Castles Fall’, disponibile in digitale dal 6 novembre, ‘Place’ contiene dodici brani inediti, composti da Samuele Cangi e Jonathan Shackleford, ed è prodotto da Marco Olivi (Ghemon, Ex-Otago, Selton):
‘La grande conoscenza musicale, unita a creatività e passione, permette ai Nothing For Breakfast di esprimersi con idee e soluzioni tra le più diverse: ritmche elettroniche alternate a parti suonate, synth che si intrecciano con chitarre eletteriche e accurate armonie vocali sono solo alcuni degli ingredienti utilizzati a supporto di canzoni solide e interpetate con grande personalità.’
In ‘Place’ è evidente anche l’amore smisurato per il rock dei ’90, specialmente per il sound di Dave Fridmann dei Mercury Rev (e deus ex-machina di alcuni dischi dei Flaming Lips, Tame Impala e MGMT), così come per alcune produzioni degli Strokes, Kings Of Leon e Beck.
Per il video del singolo, i Nothing For Breakfast si sono affidati al regista Ivo Krankowski, nato negli States e cresciuto tra la Polonia e l’Italia. Sulle tracce della celebre foto di The Sea Concert (The Panoramic Sea Happening), scattata dall’artista dell’avanguardia polacca Tadeusz Kantor nell’agosto del ’67 a Lazy, un villaggio a nord di Cracovia, Krankowski è riuscito nell’impresa di creare un’estetica ‘atemporale’ tra musica e immagini, dando vita ad un’ipotetica ambientazione del set di Kantor, subito prima del suo scatto. Un set immaginario e a tratti neorealista, con svariati personaggi che condividono i ricordi di una vita con il direttore d’orchestra.
L’artwork dell’album invece è opera di LEONARDOWORX, che attraverso l’uso di sensori di movimento collegati alla mano, ruotando tutto intorno alla sfera centrale, ha realizzato uno strepitoso lavoro concettuale: il “non-colore” del bianco simboleggia il “NOTHING” (dal nome della band) e si sviluppa attraverso evoluzioni di forma fino ad insinuarsi nella sfera che rappresenta il “PLACE” (titolo dell’album), dove tutto accade.
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