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Notre-Dame de Paris – Libri I – II

Creato il 10 settembre 2010 da Phoebes

Notre-Dame de Paris – Libri I – II

E’ Quasimodo! il campanaro! E’ Quasimodo, il gobbo di Notre-Dame! Quasimodo il guercio! Quasimodo lo sgorbio! Evviva!
La folla di Parigi

E’ cominciato un po’ in sordina questo libro. Il prologo, con la spiegazione della nascita dell’idea del romanzo, con la scritta ananke ormai obliata dal tempo… fascinosissimo, mi ha subito catturato! A parte per la traduzione in nota nella mia versione della parola “ananke” con “fatalità”: io, con le mie reminescenze liceali di greco avrei detto “Destino”.
Comunque, dicevo, dopo questo splendido inizio… una noia! C’ho messo un bel po’ per leggere i primi capitoli. Però, ecco che dopo l’entrata in scena dei primi personaggi, ha cominciando a prendermi!
Povero Gringoire! Dopo la tremenda delusione di vedere finire in fiasco il suo mistero, gliene capitano di tutti i colori, una peggio dell’altra! Mi piace molto come personaggio, finora è il mio preferito! Mi piace soprattutto come prende la vita con filosofia, nel senso che noi moderni diamo a questa frase, cioè prende tutto come gli viene, accettando batoste e rifiuti, se comunque gli portano qualcosa di buono.

C’è una cosa però che non capisco bene: il fatto che gli zingari fossero considerati originari dell’Egitto, era vero ai tempi di Hugo o nel 1400?

Comunque, sia quando la storia ancora non mi appassionava, sia ora che ha cominciato a farsi intrigante, mi piace molto come scrive Hugo! E spesso è anche assai divertente! :)

Un po’ di frasi

È certo che se Ravaillac non avesse assassinato Enrico IV, non ci sarebbe stato un incartamento del processo Ravaillac depositato nell’archivio del Palais de Justice; né complici interessati a distruggere dell’incartamento; né incendiari obbligati, in mancanza di mezzi migliori, a bruciare l’archivio per bruciare l’incartamento, anzi a bruciare il Palais de Justice per bruciare l’archivio; insomma niente incendio del 1618. Il vecchio palazzo sarebbe ancora in piedi con la sua vecchia sala grande; e io potrei dire al lettore: «va’ a vederla», e così ci risparmieremmo io di scrivere e lui di leggere questa descrizione. Ciò prova una verità nuova: che i grandi fatti storici hanno delle conseguenze incalcolabili.

…quell’altra peste dell’Alemagna, la stampa! Non più manoscritti, non più libri! La stampa uccide l’arte libraria.
Mastro Andry Musnier, libraio dell’Université

Niente dà più coraggio che avere il borsellino vuoto.

Fratello, questa è tua moglie; sorella, questo è tuo marito. Per quattro anni. Andate pure.
Clopin celebra un matrimonio “egiziano”
Mi fa un po’ ridere questa precisazione “per quattro anni”! Interessante e peculiare modo di intendere il legame matrimoniale!

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