A Mestre, alle undici passate sotto al palazzo si prendono a parole in una lingua che non capisco che lingua è. Direi macedone, ma non so perché. Si prendono a parole per un pezzo, poi finisce tutto e passano solo i treni. Poi sotto al palazzo passa uno che fischietta hava naghila hava naghila hava naghila hava ve nis’mecha, con sapienza invidiabile.
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