Il 16 gennaio 2015 verrà celebrata la prima Notte Bianca nel Licei Classici per il rilancio degli studia humanitatis. In questo secolo di nichilismo strisciante e di svilimento della cultura, per cui molti ( troppi!) scrivono e pochissimi leggono, credo che un sano ritorno alla Classicità non possa che essere di giovamento. Con questo fine il giorno 16 gennaio più di cento Licei Classici italiani rimarranno aperti fino alle 24 per sottolineare il loro impegno culturale e ribadire la grandezza indiscutibile della civiltà classica che è il fondamento del nostro Occidente.
Sempre più di frequente nasce da parte dei detrattori la domanda illogica: cui prosunt studia humanitatis? Da classicista convinta rispondo che il latino e il greco sono lingue più vive che mai, rinverdite dalla lingua italiana ogni giorno, laddove metà dei lemmi del nostro dizionario sono di derivazione latina e un’ampia percentuale di derivazione greca. Tutte le volte che in farmacia chiediamo un analgesico, ad esempio, non facciamo altro che tributare un omaggio, spesso inconsapevole, alla lingua di Omero, di Saffo, Mimnermo, Platone… Analgesico deriva difatti da anà (contro) e àlgos (dolore), la pomata oftalmica ha la radice op del verbo opào (vedere) e gli esempi potrebbero continuare ad libitum, ma ci sono i dizionari etimologici appositi.
L’apertura fino alle 24 vuole segnalare il vitalismo di cui il liceo classico può godere, se ci si mette in testa che la cultura classica non è tramontata, ma sta qui tutti i giorni a testimoniare la sua eternità, attraverso la lingua, ma anche la nostra civiltà. Apriamo i nostri Licei alla gente, che si sappia che dentro non insegnano cariatidi avvizzite, ma menti talentuose che si battono silenziosamente per la solidità culturale!
Sono un’insegnante di latino e greco da 28 anni e ne meno vanto, ma soffro, come Leopardi, nella canzone “All’Italia”, per lo sprofondamento culturale e politico nel quale siamo precipitati, per questo “ arido vero” che ci attanaglia, per questa perdita delle certezza culturali, per lo svuotamento della nostra identità. Ecco perché saluto insieme a molti colleghi la celebrazione del Liceo Classico in Italia, perché credo fermamente, fuori di ogni retorica, che solo la scuola può salvare il mondo, soprattutto se l’insegnante è in grado (molti lo sono!) di trasformare le coscienze e di lasciare gli alunni migliori di quanto li abbia trovati.Perché questo sogno diventi realtà, occorre rifondare il sapere, partendo dalle fondamenta, ridando valore alla grammatica e al congiuntivo (questo sconosciuto!) e compiendo un gesto eroico di riappropriazione del nostro passato, che va interiorizzato e reso sempre più attuale perché le aule non rimbombano di vuota retorica. Solo così il sogno di Scipione di portare a Roma la cultura greca può ritornare attuale, rianimando quest’Italia che dorme sulla schiattezza dell’uso della nostra lingua. La scuola deve svecchiarsi, i professori devono essere parte attiva della società veicolando valori eternamente etici e civili. Ma bisogna tornare a combattere a suon non certo di armi, ma di parole, parole latine e greche.
L’iniziativa Notte Bianca Licei Classici è stata promossa dal Liceo Gulli e Pennisi di Acireale. Fautore il professore Rocco Schemgra.