Notte d’inverno
Sono nata il dodici gennaio
era una notte di grandine e gran vento
sopra il letto l’immagine
dell’Angelo,
custode
di semine e raccolti andate a male
di alternative mai considerate
di tante corse e treni mai partiti.
Comunque ci ho provato
in qualche modo
a camminare al buio, nella nebbia,
a ritrovare il senso, un altro indizio
seguendo sull’asfalto le parole
e giochi disegnati con il gesso.
Ho sistemato i giorni, il calendario,
ho rimediato al niente dello specchio
guardando nei miei occhi
e nel passato.
Nel passato…
chi si è seduto, chi se n’è andato,
c’è stato il tempo giusto ad ogni cosa
dove ho impegnato tutto per amore,
ho dato forse troppo ed ho sbagliato
ma fosse fra cento o mille anni
io amerei lo stesso e anche di più.
Ogni passo adesso è fuori tempo
ma esisto nonostante le ferite
lasciate dalla felicità da niente
appesa sopra il vuoto degli assenti
in questo giorno che s’impiglia al filo
e piano piano scuce la mia sorte.
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