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Notte di sangue a Coyote Crossing

Creato il 18 aprile 2011 da Misterjamesford
Notte di sangue a Coyote CrossingLa trama (con parole mie): Toby Sawyer, giovane musicista fallito finito a fare l'aiuto sceriffo part time in una sperduta cittadina del Sud degli States si ritrova, decisamente controvoglia, a lottare per la sopravvivenza in un affare che vede coinvolti alcuni insospettabili rappresentanti della legge, immigrati messicani e la famigerata famiglia Jordan, dinastia di criminali piccoli e grandi del posto.
Nel corso di una notte che pare infinita - neanche fossimo in un Fuori orario scritto da Lansdale - Toby imparerà ad uccidere, fuggire, cacciare e soprattutto, a non essere più una semplice comparsa nella sua vita, ma l'(anti)eroe protagonista.
Da queste parti - come alcuni di voi ben sanno - Joe Lansdale è considerato una vera e propria leggenda, essendo stato responsabile di una delle scoperte più importanti della mia carriera di lettore: il ciclo dedicato alle avventure di Hap e Leonard.
Da quel giorno di gennaio in cui detti inizio a Una stagione selvaggia all'uscita di Devil red e l'incontro con Lansdale stesso - un grandissimo anche umanamente, un pomeriggio intero di chiacchiere come se fossimo vecchi amici, tra un autografo e l'altro ai fan -, il vecchio Joe ha rappresentato un vero e proprio spartiacque rispetto a molte delle mie scelte riguardanti la pagina scritta, e ancora oggi accarezzo spesso col pensiero l'idea di ricominciare da capo, e rileggere tutti gli episodi della saga con ancora più gusto di quanto non feci la prima volta.
Per questo, credo, ci sarà sicuramente tempo ed occasione: intanto, mi consolo con l'ultima fatica di Victor Gischler, sceneggiatore di fumetti e romanziere, southern nell'anima ed appartenente a quella schiera di alfieri del noir di cui Lansdale, Jim Thompson e in una qualche misura Don Winslow sono i rappresentanti più importanti.
Notte di sangue a Coyote Crossing, con la sua azione praticamente ininterrotta, le situazioni al limite del grottesco, le ripetute sparatorie e i bagni di sangue finisce quasi per essere una sorta di punto d'incontro tra Fuori orario di Scorsese e tutta l'irriverente carica da "bad boy" di Tarantino, The killer inside me e Non è un paese per vecchi.
Toby Sawyer - un nome che non potevo non apprezzare - è l'aiuto sceriffo part time di una cittadina che è uno dei tanti buchi di culo del mondo persi nel pieno delle badlands americane da ballad springsteeniana, con un trailer di proprietà, un figlio piccolo, una ragazza che ha preso a detestarlo, rimpianti del passato di musicista ed una giovanissima amante in partenza per l'università.
Tutto questo fino alla morte di Luke Jordan, che cambia tutto, e anche di più.
Perchè Luke è uno dei rampolli della dinastia più terribile della zona, l'unica davvero pericolosa e legata al mondo del crimine in un posto in cui il massimo dell'adrenalina è dato dall'intimidire gli studenti universitari ubriachi di passaggio il venerdì o il sabato sera.
Con l'omicidio del meno redneck dei Jordan inizierà per Toby la notte più lunga della vita, ed il viaggio del lettore diverrà una sorta di letterario episodio di 24, una corsa senza respiro che porterà il protagonista ad una quasi involontaria maturazione che lo porterà da giovane alternativo deluso della propria vita a diventare un quasi clamorosamente leggendario vigilante per le strade di una cittadina d'improvviso scossa da omicidi, sparatorie, inseguimenti, incendi e traffici di immigrati.
Manca l'ironia selvaggia di Lansdale e dei suoi due incomparabili protagonisti, ma Gischler è indubbiamente un tipo con le palle, e confeziona un romanzo che fila via come il vento nei capelli, tesissimo, violento, ed incentrato su un protagonista credibile ed indubbiamente simpatico al pubblico, trasformato da ex musicista reduce al massimo da qualche rissa al pub ad una sorta di giustiziere della notte senza la pretesa di essere una macchina da guerra ambulante in pieno stile Jack Bauer - tanto per tornare a 24 -.
Anzi, la sua forza alimentata dalla volontà di sopravvivere per poter crescere il piccolo Toby Jr., unita alla curiosità per il futuro, qualsiasi esso sia, rendono il giovane una sorta di dispensatore di energia, un piccolo Crank in stile southern che a noi cowboys di frontiera non può che apparire come una sorta di ideale compagno di bevute e amico da cui farsi coprire le spalle.
Perchè per le strade, tra una zona d'ombra e l'altra, non si sa mai chi può cercare di farti la festa.
MrFord
"Don't take your guns to town son
leave your guns at home Bill
don't take your guns to town."
Johnny Cash - "Don't take your guns to town"-

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