Dopo la nebbia padana del primo mattino, l'aria tersa e tiepida dei monti trentini, e la sera che scende in valsugana, questa notte mi fermo a dormire a Treviso.
Ho molti ricordi legati a questa città, ed alla marca trevigiana.
Camminando per il centro in cerca di un ristorante, ecco che colgo l'occasione per arricchire il mio archivio, di notturni italiani...
Treviso ha il suo piccolo il suo centro storico raccolto all'interno di una cinta muraria in gran parte intatta.
Camminando sorprende l'eleganza, la pulizia, l'ordine delle sue strade. Non un sasso del selciato fuori posto, non una luce più forte o più fioca dell'altra. Non c'è il minimo pezzeto di carte in terra. Un cestino che non sia in ordine. Le trappoline per i topi lungo i canali, ben posizionate e funzionanti.
Magari, alle otto di sera, le strade cominciano a farsi un po' deserte.
Camminando si scopre un reticolo di vicoli ricchi di poesia, di arte e con belle ville e giardini.
Il silenzio della sera è rotto, dal fondo di alcuni vicoli, dal il canto delle acque che ruscellano lungo i canali.
La città è ricca di fantastici scorci tra canali, balconi, ponti sospesi e ponti in pietra e mattoni.
Si scoprono passo passo.
Il cuore medioevale è ricco di stradine ed angoli incantevoli. Il Duomo è particolare nel suo stile, con aggiunte neoclassiche ad un originale impianto medioevale. Lungo la Calmaggiore si animano il passeggio e le attività commerciali del centro, fino a Piazza dei Signori e al poco distante Palazzo dei Trecento.
Nel centro storico, si intrecciano i vari canali, alimentati da due fiumi, il Sile e il Boteniga, che confluiscono tra loro nella parte sud-orientale, dentro la cinta muraria.
Sempre dentro al cinta muraria, il Boteniga forma un'isoletta, detta, la Pescheria.
Il giro della città lo intervallo con una sosta al ristorante, pesce al forno e, per contorno, la pietanza tipica della regione, il radicchio grigliato.
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